Ez 47,1-9. 12; Gv 5,1-3. 5-16
“Vuoi guarire?” Erano trentotto anni che era malato. “Vuoi guarire?”. Quale voglia, quale colmo di voglia: poter guarire! E il problema sta tutto qui. Bisogna misurare la nostra volontà. Per crescere non basta avere un desiderio, un desiderio che si riduce a una velleità, ad un desiderare senza una vera volontà. Per guarire non basta adoperare un qualsiasi rimedio; quando uno vuol guarire di una volontà totale, sa trovare i mezzi e li vuole, e li vuole a tutti i costi. La nostra anima molto spesso è malata, malata e ferita; e poi non è ancora guarita da una malattia che ne incorre un’altra; e non si è ancora cicatrizzata una ferita che ne viene procurata un’altra. Cioè i nostri peccati sono quelli che ci lesionano, i desideri insani delle nostre passioni, le ferite che riceviamo dall’ambiente in cui andiamo incautamente. Più di tutti i pericoli, più di tutte le altre ferite è questa debolezza, è questa continuata anemia spirituale, questa mancanza di una energia vera e viva. “Vuoi guarire?”. La grazia di Dio bussa al nostro cuore e ce lo ripete: “Vuoi guarire?”
Abbiamo sentito nella prima lettura il profeta Ezechiele che, con un linguaggio immaginoso, descrive l’abbondanza del tempo messianico: un grande fiume con delle acque salutari. Immergerci in questo fiume. Noi diciamo: il Cuore di Gesù è il grande tesoro, dal Cuore di Gesù è nata la Chiesa, dal Cuore di Gesù ferito sulla Croce è uscito sangue e acqua. È dal Cuore di Gesù che abbiamo allora l’acqua salutare che ci guarisce. È avvicinandoci a Gesù che noi possiamo veramente uscire dalle nostre croniche malattie per vivere una vita di grande forza. Il coraggio della guarigione è allora il coraggio di avvicinarci a Gesù con una preghiera più viva, più profonda, più costante. È lo sforzo per comunicare con Lui particolarmente durante la Messa; perché l’Eucarestia è il cibo della nostra vita. Pregare meglio, comunicare con più profondità. Ecco questo “vuoi guarire?” per noi resti un impegno autentico perché Dio, lo abbiamo detto nel salmo responsoriale, Dio è per noi rifugio e forza. Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio.
Ecco in questo senso e con questo entusiasmo avviciniamoci a Gesù e si verificherà ancora la Sua parola: “Prendi il tuo lettuccio e cammina”. Prendi quella che era la tua infermità. Cammina. Prendi l’infermità, buttala via. Cammina perché sei con Lui, perché sei di Lui.
CODICE | 81CZQ013 |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 31/03/1981 |
OCCASIONE | Omelia, Martedì IV settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Voler guarire |
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