Ez 47,1-9. 12; Gv 5,1-3. 5-16
Meditiamo soprattutto su queste parole: “Non peccare più perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio”. Di peggio che stare immobile in un letto per trentotto anni. Il peccato, ci avverte Gesù, porta sempre il castigo con sé. E se il castigo non è sufficiente e non c’è la conversione, il peccato, allo stato di termine, è la disperazione dell’inferno. Dobbiamo capire bene che il peccato si presenta sempre in una menzogna. È una bugia la tentazione al peccato. Così ha detto una bugia Satana quando ha tentato Adamo ed Eva; essi sono caduti e, invece di diventare simili a Dio, sono entrati in una storia di dolore e di morte. E tutti i peccati si presentano come una lusinga, si presentano come una promessa, una promessa falsa. Non siamo più felici quando siamo più peccatori. Siamo più felici quando osserviamo la legge di Dio. E se immaginiamo che tutti gli uomini osservassero la legge di Dio, sparirebbero tutti i mali e le disgrazie del mondo. Oh sì, ognuno di noi può dare adito alla forza della tentazione, se non sta attento alle sue debolezze, a una credulità sciocca e ridicola. Il demonio ci dice: hai diritto di riposare, riposa: per impedirci la preghiera. Il demonio ci dice: hai ragione, devi essere esigente non si può che chi ti è vicino manchi così di riguardo. E ci fa cadere nell’impazienza e il diavolo attizza il nostro orgoglio e il diavolo attizza la nostra voglia di piacere. E così si cade, e così si rompono le promesse fatte al Signore. Persuadiamoci bene: la tentazione è una bugia. Una bugia più o meno insidiosa, più o meno architettata. Il diavolo è maestro di menzogna. Maestro. Da secoli tenta gli uomini, non mangia, non beve, non dorme, non fa che tentare. È un esperto di tentazione. Bisogna che noi stiamo bene attenti perché ci sono delle tentazioni particolarmente insidiose: quelle che si nascondono di più e quelle che assumono l’aspetto di bene. Vogliamo a tutti i costi vincere il peccato in tutte le sue forme. Vogliamo seguire la parola di Dio perché è parola di amore e di vita, è amore che risana, è amore che divide con noi la fatica del cammino. In questa salita quaresimale cerchiamo di rafforzare la nostra fede, il nostro coraggio, la nostra decisione.
CODICE | 86CAQ01343N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 11/03/1986 |
OCCASIONE | Omelia, Martedì IV Settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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