15/03/1983 - Omelia Martedi IV Quar

Sant’Ilario d’Enza, 15/03/1983
Omelia, Martedì IV settimana Tempo Quaresima

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Ez 47,1-9. 12; Gv 5,1-3. 5-16

Cercavano la guarigione buttandosi nell’acqua e c’era Gesù e Gesù fa capire come è Lui che guarisce, è Lui che guarisce nell’anima, è Lui che guarisce nel corpo. È Lui che porta la salvezza.

Ecco la Sua lezione perenne: abbiamo Gesù, abbiamo la salvezza, abbiamo con lui la pace e la gioia dell’anima. Troppo spesso noi manchiamo di fede in Gesù che sana, in Gesù che ha una potenza infinita, che ha una bontà infinita. Allora le nostre confessioni sono troppo spesso segnate dal formalismo, il nostro riconciliarci lo riduciamo a una cosa esteriore.

È insistente l’ammonimento di questa Quaresima: tu devi imparare a confessarti, tu ti devi confessare bene, l’esame tuo di coscienza deve partire proprio da come tu realizzi il tuo ritorno a Gesù. L’esame di coscienza su questo grande, magnifico dono. È un dono incredibilmente grande, è un fiume di misericordia. Abbiamo sentito nella prima lettura questo fiume che esce dal tempio, un fiume che produce ogni bene. È un fiume, un fiume di bontà, un fiume di grazie e un fiume che ci può veramente immergere nella gioia. Ma, poveri noi, se le nostre confessioni sono cose veramente penose, penose perché manchiamo di dolore, perché manchiamo di propositi, perché manchiamo di coraggio, di sincerità, perché manchiamo di fare una cosa vera e profonda! Invece di aprire le porte all’irrompere di questo fiume, ci trinceriamo nella nostra miseria, nella nostra squallida povertà. Non prepariamo le confessioni, non ci mettiamo a disposizione dello Spirito Santo, non meditiamo sul crocefisso, non intendiamo fare una vera penitenza, non prendiamo motivo da questa misericordia grandissima per svegliarci dal nostro torpore e ripetiamo sempre gli stessi peccati e rendiamo le nostre confessioni un esercizio noioso e anonimo. Non sappiamo approfittarne da farle spesso. Ci lasciamo andare così a un’insipienza veramente detestabile.

Erano trentotto anni che era paralizzato quel malato, trentotto anni, ma a una parola di Gesù è diventato sano e svelto. Succeda così anche di noi.

“Io ti assolvo dai tuoi peccati”. È la parola di Gesù. Che possiamo trovarci tutte le settimane, così, pronti, così generosi da camminare veramente nella strada della vera santità spirituale.

CODICE 83CEQ01343N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 15/03/1983
OCCASIONE Omelia, Martedì IV settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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