Ez 47,1-9. 12; Gv 5,1-3. 5-16
“Vuoi guarire?” (Gv 5,6).
È la domanda che molte volte, anche a noi, rivolge Gesù. Ci dice se vogliamo guarire dal male dei nostri peccati, dalla malattia cronica dei nostri difetti, se vogliamo essere veramente sani spiritualmente e attivi. La domanda di Gesù è la domanda della misericordia, è la domanda di uno che ci vuole squisitamente bene, è la domanda per avere quello che ci è necessario, cioè quella disposizione fondamentale senza la quale si arresta la potenza miracolosa. Si arresta.
Nella Chiesa abbiamo un fiume di grazie, abbiamo un fiume, profetizzato da Ezechiele, che esce dal tempio. Il fiume impetuoso e grande è il fiume che viene dalla Parola di Dio e che viene dall’azione di Cristo. I Sacramenti, infatti, sono azioni di Cristo ed è proprio Cristo che agisce in noi. Il ministro del Sacramento tiene il posto della persona di Cristo, ma è Cristo che compie i miracoli di amore e di guarigione. I Sacramenti, voi lo ricordate, operano allora per virtù propria, perché Cristo li ha istituiti e li adopera come segni efficaci della grazia.
Che cosa allora spetta a noi? Spetta di accostarci ai Sacramenti con fede. È la fede perciò il grande segreto. Uno si accosta con poca fede all’Eucarestia, poco riceve; si accosta con molta fede, molto riceve. Uno si accosta all’Eucarestia con delle disposizioni perfette, riceve un paradiso di grazie. Oh, come siamo pigri! Oh, come siamo svogliati! Oh, come siamo degni di essere ripresi, quando ci accostiamo ai Sacramenti con poca disposizione! Quando, pigri, andiamo ai Sacramenti distratti, andiamo ai Sacramenti svogliati, soprattutto ai due grandi Sacramenti che si ripetono quotidianamente: al Sacramento della Penitenza e al Sacramento dell’Eucarestia.
Come dobbiamo quindi accrescere le nostre disposizioni! Come ci dobbiamo prontamente mettere nell’ordine di quei sentimenti che desidera Gesù da noi.
Che cosa vuole Gesù da noi nel Sacramento della Penitenza? Che cosa vuole da noi Gesù nel Sacramento dell’Eucarestia? Oh, lo sappiamo!
Il Sacramento della Penitenza è un Sacramento di rinnovamento: vuole da noi l’umiltà, vuole da noi la sincerità, vuole da noi il pentimento vivo e profondo, vuole da noi il proposito pieno di speranza.
Che cosa vuole da noi, quando andiamo alla Comunione? Vuole da noi un desiderio vivo di Lui, un desiderio di comunicare profondamente con Lui, un desiderio di trasformarci in Lui, vuole che abbiamo veramente la fede della sua presenza e della sua azione. Come quindi ci dobbiamo impegnare! Come sciupiamo tesori di grazie se non agiamo così, come costruiamo sul vuoto! E allora meriteremmo il rimprovero: va sempre in chiesa, fa tutti i giorni la Comunione, si confessa spesso, poi è peggiore di uno qualsiasi. Peggiore! San Paolo ha detto quella parola di cui dobbiamo avere paura: “infideli deterior”, è peggiore di un pagano. Saremmo peggiori perché tradiremmo il Signore proprio nell’atto stesso in cui si dona a noi, in cui apre i tesori della sua infinita bontà.
Guardiamo allora in questa Quaresima di esaminarci sui sentimenti nostri in rapporto ai Sacramenti, per poter essere veramente tali da avere, anche noi, il miracolo di grazia che ha avuto il paralitico.
CODICE | 78C6Q01343N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 07/03/1978 |
OCCASIONE | Omelia, Martedì IV Settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Le disposizioni per accostarsi ai Sacramenti |
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