29/12/1981 - Omelia Martedi Ottava Natale Funerale

Sant'Ilario d'Enza, 29/12/81
Omelia, Martedì Ottava di Natale - Funerale

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Gv 17, 20-26

È vero che ogni volta che muore un cristiano si verifica un mistero, perché Cristo ha detto che dove è Lui, vuole che siano anche i suoi.

C’è allora forte, travolgente una speranza, la speranza della vita eterna, della gloria di Dio, dov’è nostro Signore Gesù Cristo. Meditiamole a nostro conforto, intensamente, queste parole: “Dove sono io voglio che siano anch’essi” (Gv 17, 24). Non è la parola di un uomo, è la Parola di Dio e la Parola di Dio si verifica, senza alcun dubbio, incertezza.

Ecco perché noi guardiamo oltre, guardiamo oltre questa nebbia terrena, questa confusione terrena, questa che la Scrittura chiama “Babele, Babilonia, confusione”. Guardiamo oltre e guardiamo a Cristo, a Cristo infinitamente buono, infinitamente amabile.

Noi deponiamo la nostra speranza proprio nel suo Cuore, nel Cuore di Cristo sta la nostra certezza. Ecco perché noi ci raccogliamo in preghiera; noi sappiamo che la preghiera è come un ponte che ci collega con le cose che non si vedono, ma che sono reali, autentiche. La preghiera ci collega con Dio, che è Padre e che è Provvidenza, che è Amore infinito e ci collega necessariamente con tutte le anime che sono nell’eternità.

Noi sappiamo allora qual è il conforto in cui noi dobbiamo entrare, è proprio nella preghiera, un mezzo che ci ha dato il Signore tanto semplice e tanto facile, per entrare in comunione con quelle anime che ci hanno lasciato così nella vita presente.

Insistiamo sulla preghiera. La preghiera è aiuto per loro, perché è affetto presentato a Dio, e sostegno per noi, perché Iddio accoglie e benedice chi prega, è mezzo magnifico per realizzare quella che è la nostra vera speranza.

Ecco, preghiamo. La preghiera è veramente un dono grande che ci ha dato il Signore perché, lo ricordate, Lui non solo ce l’ha data ma ha insistito, ha detto: “Pregate. Finora avete pregato poco” (Lc 18, 1) e sembrava che pregassero tanto. “Pregate. Se bussate vi sarà aperto: il Padre celeste è infinitamente più buono di voi” (Lc 11, 9-13), ascolta, ascolta, benedice, aiuta.

Noi invochiamo perciò con la preghiera la pace eterna, noi invochiamo con la preghiera la gioia eterna, noi invochiamo con la preghiera la benedizione di Dio su tutte le opere buone compiute, su tutti i sacrifici offerti, su tutto. La nostra preghiera sia così veramente l’espressione viva e forte della nostra fede. La preghiera sia la nostra arma per vincere la tristezza, lo sconforto, la solitudine.

CODICE 81NUO01320F
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 29/12/81
OCCASIONE Omelia, Martedì Ottava di Natale - Funerale
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale,
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La speranza della vita eterna – La preghiera ponte tra il visibile e l’invisibile
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