06/04/1982 - Omelia Martedi Santo

Sant’Ilario d’Enza, 06/04/1982
Omelia, Settimana Santa - Martedì

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Is 49,1-6; Gv 13,21-33. 36-38

“Giuda uscì. Ed era notte”. La cupa notte del tradimento e del rinnegamento.

Gesù viene a trovarsi solo. Solo di fronte ai suoi nemici che come belve si avventano sopra di Lui. È un pensiero che ci sorprende in questa settimana santa. Ci sorprende, per cui ci chiediamo se anche il nostro tempo è paragonabile a quella notte: un tempo pieno di Giuda e pieno di rinnegamenti. Quella notte era la notte dell’abbandono dell’uomo, ma era anche la notte del sacrificio di Cristo, dell’oblazione di Cristo. Era anche la notte dell’Eucarestia.

Se vediamo i tradimenti del nostro tempo, dobbiamo sentire ancora il bene del nostro tempo. Dobbiamo sentire come anche ora il Signore si offre per noi. Il Signore si dona per nostro amore, il Signore non misura il suo dono e il suo dono è totale ad ogni anima, a tutte le anime.

Anche adesso ci sono coloro che, come Giovanni, pongono il loro capo sul cuore di Gesù. Sta dunque a noi scegliere e scegliere con consapevolezza, scegliere con decisione. Andare incontro a Gesù che si immola per noi, anche noi entrare in amicizia con Lui, in un’amicizia piena di confidenza, piena di umiltà. Perché sta a noi capire il sacrificio di Gesù, il vivere coscientemente l’Eucarestia, l’avere sempre davanti ai nostri occhi l’esempio di quel dono e di quell’amore. Quanto dobbiamo impegnarci, perché, se capiamo il suo amore, abbiamo capito tutto!

Giuda preso il boccone uscì. Quel boccone è il simbolo di un cibo esiziale, di un cibo in cui trionfa satana.

Abbiamo bisogno di saper nutrire la nostra anima del cibo vero: la sua parola, la sua parola che ci ama, la sua parola che crea, la sua parola che ci trasforma, la sua parola che ci esorta, la sua parola che insiste.

La glorificazione del Padre. Ecco ciò che Gesù ci indica: noi saremo suoi se ci sforzeremo di fare la volontà del Padre, perché tutto consiste nel fare non la propria volontà, di andare incontro non al nostro gusto umano, non alle nostre prospettive umane, non adattando il vangelo alla nostra mentalità, ma presentarci pronti a seguire tutte le ispirazioni dello spirito, tutte le mozioni della grazia.

Fare la volontà di Dio, unico nostro cibo. Fare la volontà di Dio, unica nostra aspirazione. Fare la volontà di Dio con prontezza, con totalità, senza calcoli. Fare la volontà di Dio ed essere così nel numero di quelli che lo seguono e che non hanno paura, perché essere con Lui è essere nella fortezza più grande e più gioiosa, nella fortezza che non ci permette nessun tradimento e nessun rinnegamento, perché non è sulle nostre forze, ma è su di Lui, è sulla sua parola. “Chi edifica è colui che ascolta la parola e la mette in pratica”.

CODICE 82D5Q0134XN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 06/04/1982
OCCASIONE Omelia, Settimana Santa - Martedì
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
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