17/02/1987 - Omelia Martedi VI Ord Funerale

Raccolti in preghiera perché la preghiera è il nostro rifugio e la nostra fortezza: preghiera è unirsi a Dio, è unirsi nella carità all’anima del defunto.

Il cristiano è l’uomo della preghiera perché sa che cosa compie Dio attraverso al preghiera. Le meraviglie del suo amore di Creatore e di Salvatore si spandono proprio attraverso la preghiera.

Abbiamo la fede di pregare, la fede di affidarci al Signore, di confidare in Lui, di accrescere giorno per giorno il nostro senso dell’eternità.

Purtroppo il senso del tempo ci prende, il tempo che passa è, ben lo sappiamo, il tempo che matura e ancora cancella. Il senso del tempo ci opprime per le preoccupazioni e le ansie di ogni giorno.

Guardiamo più in là, la preghiera ci scopre il mondo dell’eterno, il mondo che supera allora ciò che è passeggero, che è contingente, che è superficiale; ci dice che siamo fatti per l’eternità, che quello che conta è quello che facciamo per Dio e che il resto si spegne e si spegne così inesorabilmente.

Abbiamo il senso dell’eternità per sviluppare sempre più in noi ciò che la fede ci chiede, ciò che la fede urge. Abbiamo il senso dell’eternità perché ha detto il Signore che è un tesoro che noi prepariamo, il tesoro che non viene mai meno.

Vogliamo così, con l’aiuto di Dio, prendere motivo per essere più uniti tra di noi, per essere più generosi tra di noi, per essere ricchi della speranza, perché la speranza non inganna perché basata sulla promessa di Dio che è fedele.

Gli uomini tradiscono, Dio non tradisce: sulla sua parola, sulla sua misericordia poniamo tutta la nostra fiducia e la fiducia per l’anima del defunto perché sia in Dio, perché in Dio trovi la soavità della pace e del riposo che non viene meno.