16/05/1989 - Omelia Martedi VI Ord

Gn 6,5-8; 7,1-5. 10; Mc 8,14-21.

Quando chiamiamo la Madonna con il titolo di «Immacolata», con quella parola vogliamo dire tutta la nostra esultanza, tutta la nostra gloria, perché «Immacolata» vuol dire trionfatrice, vuol dire trionfatrice per tutto il genere umano. Nella verità dell’Immacolata Concezione leggiamo l’infinito amore di Dio, che ci ha voluto preparare, che ci ha voluto salvare. Ci ha voluto preparare al suo dono preservando da ogni peccato la Vergine santa; attraverso la Vergine ci ha voluto dare Gesù, il frutto benedetto; attraverso la Vergine noi abbiamo la redenzione che è sovrabbondante, perché basta che ci rivolgiamo al Signore e ogni nostro peccato è rimesso. Come è potente l’opera di Gesù! Ogni nostro peccato è rimesso; anzi, ha detto Gesù che si fa festa, si fa più festa per un peccatore che si pente che per cento giusti che perseverano nel bene (Cfr Lc 15,7). La redenzione è veramente meravigliosa; Gesù ha detto: “Io sono venuto perché abbiamo la vita e l’abbiamo in sovrabbondanza” (Gv 10,10). Noi gioiamo, perché il Signore è infinitamente buono, infinitamente misericordioso. Le nostre colpe non ci devono fare paura se siamo ricorsi a Lui, se abbiamo detestato il peccato. Oh quanto ci è di aiuto la Madonna in questa meravigliosa sequenza di perdono! La Madonna, che è veramente nel trionfo dell’immacolata sua concezione, vuole sempre unirci a lei per partecipare della sua santità, per partecipare della vita che sgorga, come da una grande fonte, dal suo cuore. A noi peccatori il Signore ha dato la madre, e ce l’ha data immacolata, perché abbiamo sempre la volontà di combattere il peccato. È su questo che faremo i nostri propositi. Il nostro fioretto sarà evitare ogni peccato, invocando la Madonna nostra protettrice, nostra madre immacolata.