At 20, 17-27; Gv 17, 1-11
Ecco la nostra precisa posizione: noi dobbiamo unirci a Gesù e con Lui dare gloria al Padre. Gesù ha detto: “Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare” (cfr. Gv 17, 4). Lo ha glorificato Gesù nella sua permanenza terrena, continua a glorificarlo e lo glorifica in una unione viva e continua col suo corpo, e il suo corpo è la Chiesa.
Cos’è la liturgia? È la lode e l’onore che Gesù dà al Padre insieme con tutta la Chiesa. E noi siamo Chiesa e noi siamo dunque chiamati a partecipare a questa glorificazione. Ogni liturgia è un episodio di gloria, è un episodio di salvezza, è un episodio di amore, è un episodio di glorificazione. Ogni liturgia ci chiama, ci mette la lode sulla bocca, insieme a Gesù rendiamo a Dio ciò che spetta a Dio. È un episodio di salvezza.
Perché Gesù glorifica e loda il Padre? Nella sua funzione altissima e unica di Mediatore intercede per gli uomini, rioffre al Padre il suo sacrificio, dà al Padre la sua invocazione, perché tutti gli uomini possano essere veramente uniti a Lui, uniti alla sua croce, alla sua resurrezione e in questo mistero pasquale realizzino la loro redenzione; perchè tutti gli uomini così imparino a volersi bene e a compiere il loro lavoro e ad aiutare coloro che hanno bisogno e a imparare come la vita non è una festa per alcuni e una tragedia per tanti, ma la vita diventi per tutti un dovere che si compie e un dovere che si realizza nella pace e nella serenità.
La liturgia è un episodio dunque di amore, di amore che ci unisce, di amore che ci fa fratelli. Ogni liturgia deve essere sentita così, non solo nella sua dimensione verticale, ma nella sua dimensione orizzontale. È nella liturgia che il popolo di Dio si unisce, che gli uomini si sentono fratelli, che gli uomini capiscono come sarebbe menzognero alzare gli occhi al Padre e dirgli: “Signore, io ti amo” e non amare gli altri e non aiutare gli altri. Ecco perché la liturgia è il vertice di tutto quello che possiamo fare come cristiani. È il compimento di tutta la nostra opera. La liturgia ha un’importanza assoluta, ha un’importanza vitale, ha nello stesso tempo un tesoro di gioia da offrire al mondo. Quanto ci dobbiamo lasciare prendere da questa grande idea, perché la liturgia è la manifestazione dello Spirito Santo. È nella liturgia che noi, dallo Spirito, siamo uniti a Cristo, è dallo Spirito che siamo uniti tra di noi, è lo Spirito che ci mette la lode nella bocca, è lo Spirito che fa di noi come un grandioso strumento di lode. “Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore voi tutti della terra” (cfr. Sal 95, 1).
Ecco perché ci dobbiamo interrogare se siamo responsabili di liturgie distratte e vuote, di liturgie che non abbiamo partecipato, di liturgie sonnolente e pigre, di liturgie che non hanno avuto la consonanza tra la voce e il cuore, di liturgie che sono state solo degli spettacoli da guardare, non delle cose da vivere. Dobbiamo chiedere perdono al Signore per imparare questa preghiera comune, per viverla, per arricchirci meravigliosamente di questo grande dono dello Spirito. Lo Spirito ha agito in tutta la storia della salvezza, è Lui che ha guidato tutto e anche adesso nella liturgia, è Lui che guida. Basterebbe per noi restare attenti e docili allo Spirito, per entrare potentemente nella liturgia. Chiediamo allo Spirito questa sera, una tale grazia.
CODICE | 80ELN01366N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 20/05/1980 |
OCCASIONE | Omelia, Martedì VII settimana Tempo di Pasqua, Novena di Pentecoste - V giorno |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | La liturgia |
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