30/05/1989 - Omelia Martedi VIII Ord

Sir 35,1-12; Mc 10,28-31.

«Causa nostrae letitiae» diciamo nelle litanie; “Tu, o Beata Vergine, sei la causa della nostra gioia, della nostra letizia”. È profondamente vero e dobbiamo onorare la Madonna sotto questo titolo con entusiasmo, proprio perché la Madonna è stata la causa, è stata il mezzo meraviglioso per cui Dio ci ha dato la salvezza, dandoci Gesù. Gesù, unico mediatore tra Dio e gli uomini, è Colui che dà il senso alla nostra vita, alla nostra esistenza di ogni giorno. Gesù ci dice il valore che possono avere le nostre azioni, il valore che possono avere i nostri sacrifici, sia per la vita presente che per la vita futura. Gesù ci dà la consolazione di fronte al dolore, ci dà la speranza, indicandoci il cielo. Ecco perché dobbiamo guardare alla Beata Vergine con tanta riconoscenza, altrimenti come saremmo poveri, come saremmo miseri! Non sapremmo nulla, né del presente né del senso del futuro. La vita di chi non ha fede è un’angoscia. Dobbiamo ringraziare il Signore di questa luce che ci ha dato: “Chi segue me – ha detto Gesù – non cammina nelle tenebre, ma avrà una luce di vita” (Gv 8,12). Ecco, valorizzare bene le nostre azioni. Quanto valgono le nostre azioni? Valgono per il grado di grazia che abbiamo nel cuore: chi ha più grazia ha più merito; valgono per le intenzioni che dobbiamo avere: l’intenzione di onorare Dio, di fare la sua volontà, l’intenzione dell’amore; e valgono ancora per lo spirito di sacrificio che esprimiamo: le cose più difficili, superate, diventano le cose più meritorie. Invochiamo dalla Madonna l’aiuto, proprio per rendere le azioni di ogni giorno, le difficoltà di ogni giorno, altrettanti meriti, altrettanti modi di salire verso il Signore, di amarlo, di prepararci l’eternità. La Madonna, «Causa nostrae letitiae», è colei che più ci può aiutare a vivere da veri cristiani, da veri discepoli che seguono il Maestro e aspettano la gioia che il Maestro ha promesso.