21/07/1987 - Omelia Martedi XVI Ord Campeggio

Es 14, 21-31; Mt 12, 46-50.

Raccogliamo con molta fede e con molta umiltà l’insegnamento di Gesù.

Si può diventare famigliari con Lui, di una famigliarità tale che supera tutto, una famigliarità d’intenso amore. Il segreto sta qui: nel cercare di fare la volontà del Padre e di farla sempre, perché la tentazione sta sempre nel voler fare la nostra volontà.

Il primo peccato si ripete con tenacia e monotonia. Eva volle fare la sua volontà e la Madre nostra, Maria, ha rinunciato alla propria volontà: “Si faccia di me secondo la tua parola”.

Ecco, non c’è qualche volta da fare la sua volontà: bisogna farla sempre, bisogna farla con gioia, bisogna farla con amore.

Questo tempo, che è un tempo di raccoglimento e di fraternità, è un tempo in cui più delicatamente dobbiamo cercare di fare la sua volontà, dobbiamo mettere lì tutto il nostro proposito. Fare la volontà di Dio perché è proprio la strada meravigliosa, la strada che ci conduce alla pace, che ci conduce alla vera virtù.

Finché non ci superiamo e restiamo in preda al capriccio, alla voglia, al piacere, elementi insidiosi e di disordine, non andiamo avanti: andiamo avanti quando capiamo che la volontà di Dio è la grande cosa, che la volontà di Dio è il grande segreto di riuscita.

Fare la volontà di Dio come la fanno gli angeli è l’insegnamento assoluto di Gesù.

Proponiamoci di fare così la volontà di Dio, con umiltà, con generosità. La volontà di Dio nella preghiera: non cercare te, cerca Lui. La volontà di Dio nella carità fraterna: guarda Lui e non guardare a te. La volontà di Dio nell’esercizio di quella generosità quotidiana che ha vari aspetti, ma è sempre richiesta.

Così il nostro proposito, così la nostra donazione, così la nostra precisa disponibilità.