23/10/1984 - Omelia Martedi XXIX Ord Funerale

Sant'Ilario d'Enza, 23/10/1984
Omelia, Martedì XXIX settimana Tempo Ordinario – Funerale

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2 Cor 4,14-5, 1; Gv 5,24-29.

La consolazione che ci dà la nostra fede cristiana è una consolazione grande nel dolore, che colpisce quando la morte arriva, particolarmente quando arriva, così, all’improvviso. È la consolazione che la vita presente non si chiude se non per aprirsi nell’eternità. Noi siamo fatti non per il tempo, perché il tempo ci viene a mancare; noi non siamo fatti per le cose di questo mondo, perché sono cose che passano. Noi siamo fatti per Iddio e per l’eternità, noi siamo fatti per qualche cosa che non viene a mancare. Certo, la vita presente presenta tante vicende e l’uomo deve sapersi regolare secondo i comandamenti di Dio; certo la vita presente alterna la sofferenza alla gioia, il lavoro, il frutto e la soddisfazione del lavoro. La vita presente, dice la Scrittura, è un seminare, è un campo che viene seminato: beato chi sa seminare molto, perché raccoglierà (cfr Mt 13,1-23). Noi abbiamo fiducia che le opere di bene che ha fatto il nostro defunto, i suoi sacrifici per la famiglia e per tanti altri, questi siano decisamente ricompensati in una vita che non ha termine.

Perciò, ecco, cosa dobbiamo fare noi? Dobbiamo sapere restare in comunione con quelli che ci hanno lasciato, dobbiamo restare in comunione e avere fiducia nella preghiera.

Cos’è la Messa? Perché facciamo la Messa? È la grande preghiera e la rinnovata offerta di Gesù del suo sacrificio. Bene! Noi vogliamo pregare, noi vogliamo invocare tanta misericordia del Signore, tanta donazione della sua infinita accondiscendenza. Vogliamo pregare e pregheremo e vogliamo presentare ai famigliari le nostre condoglianze fatte proprio così, nella promessa della preghiera, nell’invocazione di Dio, nella grazia che il Signore ci darà, giorno per giorno, di compiere anche noi del bene per prepararci al domani, per essere veramente e fino in fondo cristiani. Un cristiano è uno che vive di Cristo, è uno che vive come Cristo, un cristiano non è uno che compie solamente dei riti, il cristiano partecipa della luce del Signore, partecipa del suo Cuore.

Vogliamo allora invocare con tanta, con tanta fede, che il nostro defunto possa essere nella pace, nella grazia trasformata in gloria, possa il nostro defunto essere ancora di aiuto per la sua famiglia, possa ancora essere così, nella grande, meravigliosa benedizione del Signore, che va su tutti quelli che hanno fatto il bene.

CODICE 84LOO0133SF
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 23/10/1984
OCCASIONE Omelia, Martedì XXIX settimana Tempo Ordinario – Funerale
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La vita presente è una semina; la consolazione della fede nel dolore
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