04/03/1981 - Omelia Mercoledi Ceneri

Sant’Ilario d’Enza, 04/03/1981
Omelia, Mercoledì’ delle Ceneri

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Gl 2,12-18; 2Cor 5,20-6,2; Mt 6,1- 6.16-18

Ecco venuto il grande tempo della Quaresima. È un tempo di salvezza, è un tempo prezioso. Il Signore ci dà la traccia per seguirlo da vicino. È a suo esempio che facciamo la Quaresima. Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto. Il Signore ci manda lo Spirito perché noi possiamo approfittare di questa magnifica grazia. La grazia della Quaresima è un aiuto prodigioso per convertirci, cioè per migliorare la nostra vita, per abbandonare i nostri peccati, per avere un altro respiro e un’altra gioia, perché troppe volte noi abbiamo un respiro solo di cose umane e una gioia che non viene pienamente da Lui. Ascoltiamo come veramente rivolte a noi le parole di San Paolo: “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio”. Cosa vuol dire allora convertirci? Vuol dire unirci alla volontà di Dio, perché siamo in questo mondo unicamente per fare la volontà di Dio. Non siamo in questo mondo per avere delle soddisfazioni, non siamo in questo mondo per ottenere degli onori o delle ricchezze, non siamo in questo mondo principalmente per star bene. Siamo in questo mondo per fare la volontà di Dio e farla con la stessa perfezione con cui l’eseguono gli angeli del cielo: “Sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra”!

Convertirci, allora, vuol dire abbandonare le nostre volontà cattive o aberranti, le nostre smanie e le nostre pretese. Fare la volontà di Dio soprattutto è seguire Gesù Cristo, seguirlo da vicino. Il modello della nostra vita lo abbiamo: è Gesù. In quest’anno in cui abbiamo concentrato la nostra riflessione su “Gesù Redentore” ancora più intensamente dobbiamo proporci questa imitazione. Guidati dallo Spirito, noi dobbiamo leggere il modello che il Padre ci ha dato. Dobbiamo acquistare i sentimenti di Gesù, dobbiamo operare le scelte di Gesù, dobbiamo non avere delle virtù umane ma delle virtù cristiane. Non basta che ci sia in noi un amore agli altri come possono avere gli altri uomini, retti o onesti, perché Gesù ci ha detto: “Amatevi come Io vi ho amato”. Non possiamo osservare la giustizia come gli altri perché Gesù ha, con la sua grazia, trasformata la nostra giustizia in una meravigliosa opera di carità. Non possiamo essere puri e casti come gli altri, dobbiamo esserlo in imitazione di Gesù e cosi tutte le virtù: la nostra umiltà, la nostra pazienza, la nostra generosità, il nostro operare, il nostro perdonare, il nostro comprendere, tutto deve essere per l’imitazione di Gesù, non cercando altro, non cercando che la ricompensa del Padre: “Avrete presso il Padre la ricompensa”. Quello che facciamo, non lo dobbiamo fare in un ordine così di esteriorità, ma in un ordine profondo di amore e di adesione alla volontà del nostro Dio. “Il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà”. Una Quaresima, allora, piena; la Quaresima della nostra preghiera, la Quaresima della nostra penitenza, la Quaresima della nostra carità. Una Quaresima che ci deve vedere tutte le sere uniti insieme a partecipare del sacrificio del Cristo, a prendere la Sua forza, a contemplare la Sua figura, ad ascoltare la Sua parola. Una penitenza fatta allora così, di molta dedizione, di molta perseveranza, di molta e grande generosità. Sempre cosi. Sempre così. E non sia allora una Quaresima discontinua, incerta, cominciata bene e poi, a pezzi, tralasciata. Compiamo volentieri i sacrifici che ci conducono da Lui e Lui sarà la sorgente della vera nostra gioia, della vera nostra liberazione.

CODICE 81C3Q013
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 04/03/1981
OCCASIONE Omelia, Mercoledì’ delle Ceneri
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Quaresima imitare le virtù di Gesù
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
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