16/02/1983 - Omelia Mercoledi Ceneri

Sant’Ilario d’Enza, 16/02/1983
Omelia, Mercoledì delle ceneri

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Gl 2,12-18; 2Cor 5,20-6,2; Mt 6,1- 6.16-18

“Il Padre tuo ti ricompenserà”. Cominciamo la quaresima con un profondo senso di fede.

Con la quaresima il Signore ci dà una grande grazia, un tempo favorevole, un giorno di salvezza, ci dà una grazia speciale di conversione e di purificazione. Sia quindi per noi un impegno profondo e forte. Saremmo superficiali e forse anche potremmo diventare falsi, a cominciare e a non proseguire, a cominciare un’opera tanto grande in uno stato di animo di leggerezza e di superficialità.

Stiamo attenti, le grazie di Dio vanno ricevute con tutto l’entusiasmo e con tutto il cuore. Stiamo attenti. Non sciupiamo neanche una particella, un frammento di questa grazia. Stiamo attenti e sentiamo che veramente è dono di Dio che va accolto con gioia. La penitenza non può essere un’opera che ci rende malinconici, che ci rende tristi. La quaresima non è tempo di tristezza, è tempo di purificazione, di liberazione, è tempo nel quale trovando meglio, in Dio, noi stessi, ci sentiamo consolati e sereni.

Il Signore ce l’ha detto: non assumete l’aria malinconica, assumete in profondità uno spirito di vera gioia, di una vera gioia perché sentiamo che, man mano ci avviciniamo a Dio, riusciamo a capire meglio gli altri e a capire meglio le cose. Diventa allora motivo vero di crescita, motivo vero di gioia. Impegniamoci proprio così, con questo spirito, nella vera penitenza. Siamo peccatori, tutti, e tutti abbiamo bisogno di penitenza. Prima di tutto accogliamo la penitenza che permette a noi il buon Dio, le cose contrarie, le cose faticose, il nostro dovere fatto bene. Accogliamo quello che ci manda il Buon Dio, guardando sempre la realtà con molta fede, non lamentiamoci delle cose contrarie, ma sappiamole rendere motivo per la nostra crescita spirituale.

Poi prendiamo anche noi l’iniziativa di una penitenza, particolarmente che ci curi dove siamo più deboli, dove con facilità veniamo a commettere dei peccati. Ci sono delle penitenze spirituali e ci sono delle penitenze fisiche: sappiamo prenderle e chi si sente debole come soggetto alla tentazione della pigrizia, faccia una penitenza adeguata, per diventare attivo, pronto, generoso al richiamo della grazia. E chi è superbo, prenda la penitenza dell’umiltà, del servizio, del saper tacere, del saper essere più compreso delle proprie responsabilità e dei propri difetti. Chi è facile all’impazienza e chi è facile all’ira.

Ecco ad ogni nostro difetto una penitenza rimedio, perché possiamo così sviluppare in noi la vera ascesi cristiana, la vera salita di perfezione e, trovandoci tutte le sere nella grazia dell’Eucarestia, tutte le sere comunicheremo in una comunione grande con Gesù e avremo i Suoi sentimenti, le Sue scelte. Così gusteremo quanto è soave e proveremo quanto è forte questo Pane. Particolarmente sviluppiamo il nostro senso di preghiera, perché la preghiera non può essere sempre una preghiera esteriore distratta e svogliata, ma deve, insieme a Gesù, crescere e diventare una preghiera piena e matura.

Questa quaresima ha per noi tanta importanza. Ci prepariamo al Congresso Eucaristico, ci prepariamo all’Anno Santo della Redenzione, ci prepariamo a una più intensa missionarietà parrocchiale. Dobbiamo diventare tutti missionari per portare la parola del Signore agli altri, preoccupati che gli altri non abbiano la nostra gioia e la nostra ricchezza, per distribuire a tutti serenamente quanto il Signore, nella Sua misericordia, ha posto per gli altri nelle nostre anime.

CODICE 83BFQ0134YN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 16/02/1983
OCCASIONE Omelia, Mercoledì delle ceneri
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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