Gl 2,12-18; 2Cor 5,20-6,2; Mt 6,1- 6.16-18
Il tempo della Quaresima si presenta così con le parole della liturgia: è un tempo propizio, è un tempo di lotta. Si parla di combattimento: combattimento contro il male, contro quella tendenza molto triste che abbiamo di andare verso il basso, verso l'egoismo, verso le forme di cattiveria che tante volte ci possono sorprendere, che ci possono condizionare. Si parla di una bontà prodigiosa di Dio. Dice l'apostolo: “Lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato”, Gesù, “Dio lo trattò da peccato in nostro favore”(2Cor 5, 20-21). Ecco la quaresima nella sua vera fisonomia, nella sua completezza, è partecipazione al mistero di Cristo, al mistero della Sua redenzione, della Sua bontà, del Suo riscatto. Ecco perché è il momento favorevole, ecco perché è il giorno della salvezza, è l'invito forte a partecipare al mistero Pasquale, a vivere con Cristo il dramma della redenzione. Troppo spesso ci lasciamo sorprendere dalla tentazione di un cristianesimo facile, troppo facile, un cristianesimo costruito su troppi equivoci. Ecco il tempo della quaresima ci invita particolarmente a tre conquiste. La prima: noi dobbiamo arrivare ad una comprensione più profonda della nostra condizione di peccatori, dobbiamo imparare un rifiuto categorico del male: è stato il peccato che ha portato Cristo in croce, il nostro amore per Cristo ci deve far detestare il peccato in tutte le sue forme, nelle forme più gravi ma anche nelle forme meno gravi, ci deve far detestare il peccato grave e la nostra particolare condizione di mediocrità, di tiepidezza spirituale, di incertezza spirituale.
Seconda conquista: noi ci dobbiamo sentire molto uniti a Cristo nel suo mistero, il suo mistero di salvezza, cioè, noi dobbiamo sentire la vera nostra condizione di Chiesa come corpo di Cristo. “Non indurite il vostro cuore, ascoltate la voce del Signore”. Indurire il cuore che cosa vuol dire? Non capire, non amare. Noi dobbiamo amare Gesù e dobbiamo desiderare di essere un'unica cosa con Lui, un unico sentimento, un'unica forza. Parlo di forza perchè con Lui noi siamo forti, con Lui noi superiamo le difficoltà della vita, per mezzo Suo noi collaboriamo alla salvezza del mondo.
E terzo elemento da imparare è la preziosità della penitenza. Dobbiamo in questa quaresima essere dei veri penitenti, perchè senza penitenza non ci distacchiamo dalle nostre cattive abitudini, non progrediamo nel bene, perchè senza penitenza diventiamo inutili o dannosi al corpo di Cristo che è la Chiesa. Penitenza, molta penitenza, secondo quanto il Signore vuole da noi, ogni giorno porta le sue penitenze, perchè porta le sue difficoltà; accogliere le penitenze che ci dà Dio e porne anche qualcuna di nostra iniziativa, per sentirci più uniti a Cristo, per volere meglio purificarci.
Adesso noi ricorderemo, all'inizio di questa quaresima, con la cerimonia delle Ceneri la nostra fragilità umana, la nostra caducità, questo tempo che vola via: oggi siamo qui, domani polvere; oggi siamo qui, domani saremo davanti al tribunale di Dio; oggi siamo nel tempo, domani saremo nell'eternità. Ecco, porci così in una disponibilità totale, porci persuasi che attraverso le considerazioni delle gravi nostre responsabilità noi potremo progredire, noi realizzeremo la nostra conversione individualmente e la conversione del nostro popolo. Il dramma, noi lo sentiamo, è il dramma del popolo che era cristiano e che ha abbandonato il Signore, che era cristiano che non si accorge nemmeno che inizia la quaresima, un popolo che è diventato pagano, che ha apostatato dal Signore. Perdona, Signore, al Tuo popolo, perdona. Ecco, e dobbiamo essere noi a porci così, sull'esempio della Madonna, intercessori perchè l'unico bene è Dio, prendere via a un popolo Dio è prendergli via tutto. Ecco resti così la nostra buona volontà nel segreto della nostra anima come ci esorta il Signore nel brano del Vangelo di Matteo: “Quando preghi entra nella tua camera, quando digiuni profumati”. Sia questa nostra vera conversione esteriore che torna a beneficio di tutti, ma particolarmente è esercitata nell'umiltà, è esercitata nel silenzio, è esercitata nella preghiera, è esercitata nella penitenza.
CODICE | 76C2Q0134YN |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 03/03/1976 |
OCCASIONE | Omelia, Mercoledì delle Ceneri |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Tempo di lotta |
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