02/12/1981 - Omelia Mercoledi I Avv Nov Imm 4

Sant'Ilario d'Enza, 02/12/1981
Omelia, Mercoledì I settimana Tempo d’Avvento, Novena Immacolata - IV giorno

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Is 25, 6-10; Mt 15, 29-37

“Sento compassione” ( Mt 15, 32), dice Gesù. Tutto lo scopo della sua vita era quello di donare compassione. Il Signore è venuto dal cielo sulla terra per avere compassione. Ha avuto pietà della nostra miseria, ha avuto pietà dei nostri peccati, ha avuto pietà dei nostri difetti e delle nostre contraddizioni.

L’Avvento è andare incontro a Gesù che ha compassione. Dobbiamo capire bene questa parola: “Ho compassione”. Cosa vuol dire il Signore? Vuol dire che intende la nostra sofferenza e vi partecipa, vi ha partecipato in una pienezza assoluta, vi ha partecipato in tutte le circostanze in cui un uomo si può trovare: ha partecipato alla fame, ha partecipato alla sete, ha partecipato alla persecuzione, perché anche Lui è stato perseguitato, ha partecipato al tormento e all’angoscia, alla solitudine. Ha partecipato allo strazio dell’anima tradita, ha partecipato allo strazio del corpo. Non c’è un dolore dell’uomo che Lui non abbia assunto, che Lui non abbia voluto esperimentare in sé. Non è allora un Dio lontano, chiuso nell’impassibilità della sua perfezione. È un Dio nostro, come dice la Scrittura, è un Dio nostro, è un Dio che ha vissuto tutta la gamma del dolore dell’uomo, tutta! Vi ha partecipato, l’ha presa su di sé, vi ha portato lenimento, vi ha portato soprattutto il senso profondo che vi deve essere: perché l’uomo deve soffrire, perché l’uomo deve penare, e che cos’è che lo può meravigliosamente aiutare. Ecco perché è restato con noi e, quando parliamo di Eucarestia, parliamo di una presenza mirabile, una presenza che unisce il dolore umano e lo porta come mezzo di redenzione e di salvezza.

Tutte le Messe Gesù rinnova il suo sacrificio, in tutte le Messe Gesù prende il nostro dolore e lo fa suo, lo presenta al Padre. Chi soffre sa che non soffre invano, che la sua sofferenza è di un grande valore, se posta così all’offertorio, se posta così in unione con Cristo. L’Eucarestia è mirabile conforto, l’Eucaristia è Pane che ci sostiene, è Pane che ogni giorno ci dà il senso delle cose e noi, guardando la Madonna, lo sappiamo. E' Lei che ci porta a Gesù. La Liturgia ripete l’invocazione: “Ave, o vero corpo nato da Maria Vergine”. La Madonna ci dà l’Eucarestia, perché ci ha dato Gesù. Ci dà l’Eucarestia e ci è vicino come Madre, ci porge il Pane. È proprio della madre porgere il pane e Lei ci dà Gesù, quel Gesù che dona il suo Cuore a noi, che ha compassione di noi. Per questo noi l’invochiamo in questa Novena, perché ci faccia gustare e vivere sempre del dono celeste dell’Eucaristia.

CODICE 81N1N01310N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 02/12/1981
OCCASIONE Omelia, Mercoledì I settimana Tempo d’Avvento, Novena Immacolata - IV giorno
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La partecipazione di Gesù alla sofferenza dell’uomo
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