Is 25, 6-10; Mt 15, 29-37.
Meditiamo stasera sulle parole di Gesù, delle parole che ci riempiono di consolazione: “Sento compassione di questa folla”. La sua parola si ripete nei secoli: ha compassione di noi, compassione delle nostre indigenze, delle nostre stanchezze, dei nostri dolori, perfino dei nostri peccati. Ha compassione. Ed è proprio nella sua meravigliosa compassione che la nostra anima prende tanto coraggio, perché tutti noi, a somiglianza di quella folla, abbiamo le nostre preoccupazioni, i nostri pesi e i nostri dolori, le nostre incoerenze. Meditavamo nei giorni scorsi sulla bellezza della Madonna Immacolata.
È una meditazione ulteriore: il Signore ci dice che non è il dolore che sfigura un’anima, perché Lui ha compassione, il dolore lo accoglie e lo accoglie come mezzo di purificazione e come mezzo per accrescere la nostra dignità e la nostra nobiltà di vita. La Madonna non è stata toccata dal peccato, però è stata toccata tanto dal dolore. Il Signore, che l’amava più di qualsiasi altra creatura, più di tutte le creature prese insieme, non 1’ha esentata dal dolore ma solo dal peccato, perché ha visto che il dolore non sfigura la faccia dell’anima, non deturpa, nobilita, purifica e salva. La Madonna non è stata esentata, ha sofferto più di tutti e la sua Madre è diventata la Regina dei Martiri, la Vergine dolorosissima, la Vergine dei sette dolori. La bellezza della Madonna è stata enormemente accresciuta dai dolori, che ha saputo vivere nell’amore, nell’amore per il suo Gesù, nell’obbedienza al Padre per la nostra salvezza. La bellezza della Madonna è stata radiosa, proprio perché ha saputo soffrire. Non ha chiesto nulla, non ha chiesto una via più facile, ha scelto la via di Gesù, la via che portava al Calvario. Dobbiamo imparare anche noi a prendere le cose difficili, a saper usare delle nostre sofferenze per diventare migliori, per aiutare gli altri. Dobbiamo saper prendere le cose contrarie senza avvilirci, senza deprimerci, senza sbandare, anzi le cose che dobbiamo soffrire, per essere fedeli al Signore, dobbiamo vederle in un piano di provvidenza. Ognuno di noi deve fare la sua parte e, per fare la sua parte, deve anche soffrire, unendo le sue sofferenze a quelle di Gesù e a quelle della Beata Vergine. Animiamoci dunque e, contemplando la bellezza della Madonna resa grandiosa proprio dalla sofferenza, promettiamo di essere più umili, più docili, più intelligenti di fronte al dolore.
CODICE | 87N1N01310N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 02/12/1987 |
OCCASIONE | Omelia, Mercoledì I settimana di Avvento, Novena Immacolata – IV giorno |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Il dolore nobilita, purifica e salva |
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