15/02/1978 - Omelia Mercoledi I Quar

Sant’Ilario d’Enza, 15/02/1978
Omelia, Mercoledì I Settimana Tempo Quaresima

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Gio 3,1-10; Lc 11,29-32

Furono condannati perché non credettero.

Il Signore ha dato una consegna ben precisa, ha detto: “Andate per tutto il mondo, chi crederà sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato” (Mc 16, 15). Nella fede c’è dunque la vita eterna, senza la fede non vi è che il baratro della perdizione.

Siamo chiamati a interrogarci sulla fede, perché non basta una fede qualsiasi a salvarci, non basta una fede umana, una fede tiepida, una fede timida. Ci vuole una vera fede.

Voi ricordate che la virtù della fede, cioè la capacità di fare atti di fede soprannaturale, ci viene data nel Battesimo. Nel Battesimo ci viene data questa capacità, che è capacità di raggiungere la vita eterna, perché senza degli atti di fede soprannaturale non è possibile la salvezza, non è possibile nessuna altra virtù che piaccia a Dio.

La capacità ci è data nel Battesimo e resta sempre in un’anima, purché non faccia un peccato grave contro la fede. Ci è data nel Battesimo e noi sappiamo bene che spetta alla nostra collaborazione accrescerla, maturarla, perché senza la nostra collaborazione la grazia di Dio è ferma. Si accresce la fede nell’unione di due forze: la grazia di Dio e l’uso giusto della nostra libertà.

La fede allora ha un imperativo: crescere.

La vita è data perché la fede cresca, perché la fede, al termine della nostra vita, si trasformerà in gloria e secondo il grado di fede sarà anche il nostro grado di gloria, perché la fede comporta la crescita della speranza e la crescita della carità.

Allora noi dobbiamo crescere: è un imperativo assoluto. Tutto quello che si svolge nella nostra vita ci deve far crescere nella fede, cioè ci deve far crescere in quell’adesione amorosa e piena alla Parola di Dio e alla volontà di Dio.

Dobbiamo credere, cioè dobbiamo ritenere infallibilmente quello che Dio ci ha comunicato e basare sulla sua Parola la nostra vita.

Crescere. Perché la fede cresca deve essere illuminata. Perché la fede cresca deve poter vincere gli ostacoli e sono molti. Gesù ha parlato degli ostacoli del terreno, cioè dell’ambiente che impedisce al seme di crescere. La fede deve essere pienamente consapevole, cioè uno deve rendersi ben conto di quello che crede e di come aderisce alla Parola di Dio, anche con la pratica, perché la fede senza le opere è cosa vuota.

Allora illuminata nell’intelligenza, forte nell’esecuzione, concreta perché tradotta nella pratica. Dipende da noi crescere e crescere ogni giorno. Dipende da noi.

Quindi accogliere con gioia la Parola di Dio. Accoglierla in totalità e basare su questa Parola di Dio la nostra vita morale e tutte le nostre relazioni. È così. E in questo noi vogliamo ardentemente chiedere al Signore la fede, per avere quelle parole, quelle parole di salvezza che Lui ha detto: “La tua fede ti ha fatto salvo. (Mc 10, 52) Va' in pace”.

Esaminiamo dunque la nostra fede. Vediamo se è stata una conquista, se invece ci siamo fermati a una fede tiepida, a una fede che assomiglia a una fiammella che sta per spegnersi, a una fede che non abbiamo tenuta con coraggio, perché abbiamo cercato sempre i compromessi col mondo.

CODICE 78BEQ01340N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 15/02/1978
OCCASIONE Omelia, Mercoledì I Settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Accrescere la fede
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