10/03/1976 - Omelia Mercoledi I Quar

Sant’Ilario d’Enza, 10/03/1976
Omelia, Mercoledì I settimana Tempo Quaresima

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Gio 3,1-10; Lc 11,29-32

La nostra responsabilità di penitenti. Il Signore dice che, se non facciamo penitenza, siamo ben più responsabili di quegli uomini che allora fecero penitenza per la predicazione di Giona, molto più responsabili, e notate che fecero una vera penitenza e che ottennero dal Signore la stessa azione dei cattivi. La loro penitenza non fu solo una penitenza esteriore, avete sentito: si cosparsero cenere, si posero un cilicio, non mangiarono, non bevvero, ma il loro pentimento era veramente del cuore, era nell'intimo dell'anima che avevano capito lo sbaglio ed erano ritornati con tutto il loro cuore. Cosa dovremmo dire allora se noi facessimo solo una penitenza esterna e avessimo solo la pratica emozionale della Quaresima, ma il nostro cuore non si cambiasse? Cosa dovremmo dire quando il Signore ci dice che dobbiamo fare una penitenza migliore proprio perchè noi abbiamo visto Lui Gesù, il grande penitente, abbiamo sentito che cosa dice del peccato, abbiamo capito come devono essere le nostre relazioni con Dio che è Padre? È una grande responsabilità continuare a peccare di Quaresima: se in tutti i tempi dell'anno è brutto peccare, quando facciamo professione di penitenza nella Quaresima, a continuare a peccare, a continuare a disgustare il Signore, a continuare negli stessi difetti, ci dovremmo chiamare degli ipocriti. L'ipocrisia, la falsità; il Signore è stato duro soprattutto con gli ipocriti. Guardiamo allora di fare una vera penitenza del cuore, di astenerci dal peccato, di vincere i nostri peccati di ogni giorno e, se dovessimo cadere in qualche peccato, ricorrere subito alla confessione, con umiltà; con vere lacrime dobbiamo piangere i nostri peccati. Se non piangiamo per i peccati per che cosa piangiamo? Molte volte come sono adoperate male le lacrime: si piange per uno sgarbo, si piange per una cosa contraria, si piange per avvilimento, ma non si piangono i peccati tanto siamo indietro, tanto siamo ancora da convertire. Bisogna piangere i nostri peccati, sapendo che il Signore è buono e misericordioso, sapendo che è proprio nella percezione esatta e nella detestazione esatta dei peccati che noi contribuiamo al rinnovamento del mondo. Ogni cuore che si purifica dà una spinta per il miglioramento dell'uomo e del mondo. Cerchiamo allora che questa Quaresima sia vera, veritiera fino in fondo, in una penitenza che sia vera espressione di fede che sia vera espressione d'amore.

CODICE 76C9Q01340N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 10/03/1976
OCCASIONE Omelia, Mercoledì I settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La penitenza per i peccati
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