19/02/1986 - Omelia Mercoledi I Quar

Sant’Ilario d’Enza, 19/02/1986
Omelia, Mercoledì I settimana Tempo Quaresima

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Gio 3,1-10; Lc 11,29-32

Anche noi siamo responsabili, perché anche a noi sono dati dei segni. Dei segni vuol dire: delle indicazioni, delle indicazioni evidenti dell’amore col quale il Signore ci usa misericordia. Noi troppe volte non guardiamo ai segni, guardiamo alle cose del mondo, guardiamo alle cose che sensibilmente ci toccano ed è facile che ci lamentiamo di Dio e della sua provvidenza. Anche per noi il segno di Giona è il segno più grande. Qual è il segno di Giona? È il mistero pasquale di Gesù. Gesù dopo essere morto rimase nel sepolcro tre giorni poi risuscitò, come il profeta Giona rimase tre giorni nel ventre del pesce e poi fu ributtato sulla riva. Il segno è proprio lì. Noi dobbiamo guardare a Gesù crocefisso perché è in Gesù crocefisso l’eloquenza del suo amore, la dimostrazione del suo amore. Noi in ogni messa abbiamo una rinnovazione del mistero Pasquale e noi troppe volte siamo indifferenti e freddi, siamo assenti e stiamo a vedere la messa, ma non partecipiamo alla messa. Se alziamo gli occhi vediamo il Crocefisso e il Crocefisso è un libro che dobbiamo leggere. Il Crocefisso. Vediamo la raffigurazione di Gesù che per noi ha subito tanto tormento, tanta angoscia che è morto di dolore e di amore e restiamo distratti. Guardiamo il Crocefisso come guardiamo un oggetto qualsiasi, guardiamo il Crocefisso e il nostro cuore non si mette a palpitare più forte, con più spinta. Noi guardiamo come a una cosa lontana che non ci interessa. Guardiamo il Crocefisso, siamo alla messa, ma purtroppo non si sviluppa il nostro senso di responsabilità, la nostra vera responsabilità di salvati e di quelli che dovrebbero essere salvatori. Durante la Quaresima è molto più urgente meditare sulla Passione di Gesù, renderci più familiari con la Passione di Gesù. Partecipare alla messa pensando alla Passione di Gesù. Tutto ce lo ricorda nella messa: dai segni di croce alla frazione del pane, alla presenza di Gesù sotto le specie del pane e sotto le specie del vino. Perché allora non pensiamo e ringraziamo e amiamo e ci impegniamo? Perché? La messa diventa una cosa molto, molto povera per noi, perché non ci mettiamo l’amore al Crocefisso, perché non stiamo uniti nella messa alla Passione di Gesù, perché non pensiamo di essere con la Madonna, con san Giovanni apostolo, con santa Maria Maddalena sotto la croce. Cade il sangue di Gesù, cade per noi e noi non ne facciamo caso. Proponiamoci una intensificata meditazione sulla Passione di Gesù. Guardiamo alle sue piaghe, guardiamo ai colpi che ha ricevuto, alla sua agonia, guardiamo alla sua testa coronata di spine e diciamo: “Signore, io voglio partecipare, voglio essere vicino a te. Non voglio rinnovare la tua Passione con i miei peccati”. Sempre più con fortezza e sempre di più con perseveranza procedere in questo esercizio di fede.

CODICE 86BIQ01340N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 19/02/1986
OCCASIONE Omelia, Mercoledì I settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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