27/02/1985 - Omelia Mercoledi I Quar

Sant'Ilario d'Enza, 27/02/1985
Quaresimale, Mercoledì I settimana Tempo Quaresima

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Gio 3,1-10; Lc 11, 29-32

Le parole del Signore mettono il dito sul mistero, il più terribile dei misteri: il mistero del mondo che resiste a Cristo, che resiste al suo amore infinito, che resiste alla sua tenerezza, ai suoi miracoli, alla sua Provvidenza. Resiste! Incomprensibile questo mistero di resistenza, di cattiveria e Gesù dice che le antiche popolazioni pagane di Ninive sorgeranno nel giudizio contro queste generazioni che hanno rifiutato Gesù. E noi siamo in queste epoche, epoche di rifiuto del Vangelo, della sua logica e del suo amore, quasi che possa darsi un’altra spiegazione della vita, un’altra spiegazione del dolore e della gioia, quasi che l’uomo potesse avere un’altra qualsiasi alternativa ragionevole.

Dobbiamo essere ben persuasi che la lotta è una lotta terribile, alla quale noi siamo chiamati a partecipare, perché Gesù ha ancora detto: “Chi non è con me, è contro di me” (Mt 12, 30).

Dobbiamo non solo compassionare chi non crede, non solo dobbiamo pregare per chi non crede, ma dobbiamo stare attenti a non essere dei falsi cristiani. Gesù ha dato tutto, anzi ha detto una parola che misura, per quanto si può, tutta l’urgenza del suo amore, ha detto: “Ho un calice da bere, il calice della morte, e non mi vien l’ora che venga” (cfr. Lc 12, 49-50; Mt 20, 22 ).

La Madre dolorosa era partecipe di questo calice. Il Signore aveva per lei un amore meraviglioso e proprio per questo l’ha associata al suo calice, proprio per questo la Madre è diventata la Madre dolorosa, la Madre dei sette dolori, la Madre che più da vicino ha partecipato all’angoscia del cuore di Gesù.

Ecco, abbiamo un’indicazione ben chiara: per essere di Gesù, per essere con lui, dobbiamo accettare la prova, accettare la tentazione, accettare anche, se il Signore vuole, le cose che ci fanno soffrire, accettarle per essere con Gesù, per crescere la nostra fede, per fare della nostra fede una cosa meravigliosa e una testimonianza fortissima.

Quando nella Messa consacriamo, ci devono venire sempre in mente le parole di Gesù, quel calice, bisogna bere; quel calice contiene il sangue del Signore.

Partecipare all’Eucarestia è partecipare a un mistero di immolazione e di sangue. Non siamo dei vili, dei poveri, dei traditori, lasciando il Signore quando ci porge il calice, ma cerchiamo di essere ben attenti che si ama il Signore se col sacrificio lo si dimostra, si ama il Signore quando si fa qualche cosa per lui, si fa la volontà di Dio come in cielo così in terra.

Ecco, è su questo che faremo la meditazione.

CODICE 85BSQ01340N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 27/02/1985
OCCASIONE Quaresimale, Mercoledì I settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Madre dolorosa
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