Gio 3,1-10; Lc 11,29-32
La liturgia parla con insistenza della conversione. “Ritornate a me con tutto il cuore” dice il Signore.
Cosa vuol dire convertirsi? Vuol dire riconoscere i diritti supremi di Dio, la Sua infinita bontà che ci chiama e ci dà il mezzo per ritornare, per vivere cioè secondo il modello stesso che il Padre ci ha dato. “Questo – lo ha detto al battesimo, lo ripeterà nella trasfigurazione – questo è il mio Figlio diletto. Ascoltatelo”.
Abbiamo bisogno di modellare la nostra vita su quella di Gesù. La nostra vita deve essere simile a quella del Signore ed è restato continuamente nell’Eucarestia per essere un modello sempre sotto gli occhi, per essere il sostegno ad attuare questa conversione quotidiana.
Ecco quindi che noi ci dobbiamo sentire fortemente impegnati, sapendo che solo così possiamo rendere la nostra vita utile, solo così possiamo rendere la nostra vita bella e feconda di frutti. Perché troppo spesso dimentichiamo che il convertirci è la condizione per la nostra salvezza eterna. Salvare l’anima. Come dobbiamo ripeterci le parole di Gesù: “Che cosa conta all’uomo guadagnare anche tutto il mondo, se poi perde la sua anima?”. Dobbiamo ripetercele perché altrimenti siamo presi dalle vicissitudini di questo mondo, dalle nostre occupazioni, da tutto il frastuono che c’è nel mondo e poi che cosa conta, se non salviamo l’anima nostra? Noi dobbiamo tornare a Dio e fare la Sua volontà e farla come l’ha fatta Gesù.
Oh, come è bella allora l’esistenza, pur nella gioia o nel dolore, quando è modellata così su quel modello divino che è piaciuto fino in fondo al Padre! La nostra vita piacerà al Padre se avrà i segni che ha avuto quella di Gesù, se la nostra fisionomia spirituale almeno un pochino si assomiglierà alla fisionomia di Gesù.
Noi questa sera chiediamo al Signore, come inibiti, chiediamo al Signore lo spazio della penitenza, la voglia della conversione, l’impegno di questa conversione e sappiamo ognuno che cosa ci chiede il Signore per allontanare i pericoli dalla nostra anima, per costruire quei veri lineamenti di virtù che è tanto tempo che il Signore sollecita.
La nostra riflessione dia luogo perciò ad una forte decisiva posizione: darci a Dio, darci a Dio con tutta l’anima, vivere la nostra conversione nella preghiera, nella bontà, nella carità, nel servizio, dovunque la coscienza ci avverte, dovunque la grazia di Dio ci richiama.
CODICE | 83BOQ01340N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 23/02/1983 |
OCCASIONE | Omelia, Mercoledì I settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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