03/03/1982 - Omelia Mercoledi I Quar

Sant’Ilario d’Enza, 3/03/1982
Omelia, Mercoledì I settimana Tempo Quaresima

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Gio 3,1-10; Lc 11,29-32

“Non le sarà dato nessun segno”. Il rimprovero di Gesù si rivolge a quella generazione, al popolo ebreo di allora, che non coglieva i segni manifesti del più grande avvenimento della storia, di Dio fatto uomo.

Noi potremmo dire che siamo fuori, che è un rimprovero che non è per noi, ma se ci pensiamo bene queste parole vanno terribilmente anche per noi, perché noi abbiamo molti segni e abbiamo dei segni di un' evidenza, di una forza, di una luce tale che bisogna proprio non volerli ricevere e accettare.

Su questa pagina del vangelo allora dobbiamo meditare anche noi, perché abbiamo ricevuto tante e preziose grazie di Dio, ognuno di noi ha una storia di grazia, ognuno di noi ha una serie di interventi magnifici di Dio, e del resto anche tutti insieme abbiamo i segni che la Chiesa perennemente innalza, i segni della sua vita, i segni dei suoi martiri, i segni dei suoi grandi santi, di santi che sono stati e sono anche nella nostra generazione. Abbiamo del resto quotidianamente sotto gli occhi l’Eucarestia: il segno dell’amore potente di Gesù che vuol restare tra di noi, abbiamo il segno del Crocifisso, in cui dovremmo sempre saper leggere, ma purtroppo molte volte non ci dice nulla.

Guardiamo l’immagine del Cuore di Gesù: non ci dice nulla, non perché non sia eloquente, ma perché non sappiamo cogliere questa forte eloquenza.

Il crocefisso ci parla di quello che ha sofferto Gesù per nostro amore. L’immagine del Sacro Cuore ci parla insistentemente di un cuore che palpita per noi e, invece di cogliere queste voci, restiamo indifferenti, restiamo pigri, restiamo svagati, restiamo attirati da altre cose e da altre immagini.

Queste immagini sono immagini-segno, sono immagini che ci riproducono al vivo un’ idea, un richiamo, sono immagini che ci sollecitano.

Il Cuore di Gesù nelle sue rivelazioni ha promesso che, guardando a Lui, accogliendo il suo amore, i tiepidi diventeranno fervorosi, i tiepidi, i mediocri, i rassegnati sono coloro che non vogliono progredire nel bene, si accontentano di una forma di vita stanca e penosa, non vogliono dire di sì fino in fondo a nostro Signore, si limitano a fare quello che è strettamente necessario.

Come è difficile abbandonare questo stato che per certe anime dura da anni, e il Cuore di Gesù dice: “Guardate!”. Guardiamo al crocefisso, guardiamo al suo Cuore, leggiamo allora questo poema di carità e siamo sicuri che impareremo a non misurare il nostro dono, a non fermarci nell’esercizio della virtù, ma impareremo che la gioia vera sta nel vero e continuo dono.

CODICE 82C2Q01340N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 3/03/1982
OCCASIONE Omelia, Mercoledì I settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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