02/03/1977 - Omelia Mercoledi I Quar

Sant’Ilario d’Enza, 02/03/1977
Omelia, Mercoledì I Settimana Tempo Quaresima

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Gio 3,1-10; Lc 11,29-32

L’Eucarestia è posta come il segno della nuova ed eterna alleanza cioè dell’amicizia, del patto d’amicizia tra Dio e il suo popolo. Superato l’antico patto Gesù ha unito l’umanità a Dio per mezzo del suo sangue. È nel suo sangue che noi dunque abbiamo speranza, che noi abbiamo sicurezza, che noi abbiamo la possibilità di vita. Solo nel suo sangue. Il prodigio della sua cena, il prodigio della sua morte si perpetuano nell’Eucarestia. Nell’Eucarestia dove Gesù rinnova l’atto della sua offerta, l’atto del suo amore. È Gesù che nell’Eucarestia dona a tutte le anime i meriti della sua croce. Dobbiamo amarla molto l’Eucarestia, dobbiamo cercare di essere completamente uniti all’Eucarestia. La nostra fede, la fede in questo prodigio che si rinnovella, e si rinnovella per amore: ogni giorno il Signore viene per noi sull’altare. Ogni giorno viene perché le nostre preghiere salgono al Padre, perché possiamo ottenere il perdono dei nostri peccati, perché possiamo trovare in Lui il salvatore di ogni ora e di ogni giorno, perché noi possiamo avere in Lui l’amicizia piena che ci porta all’amicizia con Dio. Ecco perché è veramente il più grande dei miracoli l’Eucarestia. Ecco perché nel mistero della fede noi dobbiamo sempre di più sentire il valore della partecipazione eucaristica. Ogni giorno dovremmo crescere nell’amore, nella disponibilità, nello slancio pieno. Noi dovremmo accrescere così la nostra vera disponibilità. E come sono attuali le parole di Gesù, quando nelle grandi metropoli pagane dell’antichità vedeva meno responsabilità che lì in mezzo agli Ebrei, dove Lui moltiplicava i suoi miracoli e le sue parole. Il Signore moltiplica anche tra noi la presenza del suo amore, quanti purtroppo gli rispondono male! Quanti rifiutano! Quanti non credono! E quanti, tra coloro che credono, restano glaciali, freddi, indifferenti! Restano veramente in una ingratitudine e in una sconsideratezza inimmaginabili! Dovremmo avvicinarci all’Eucarestia con il cuore pieno di fede e di amore così potremmo avere per noi molto, molto peso di grazie, lo potremmo avere per tutto il mondo. E invece tante volte la nostra presenza eucaristica denota la nostra scarsità di interesse, la nostra presenza eucaristica non è che un brutto atto di ingratitudine. Non lo amiamo quando ci Lui ci ama tanto. Non lo desideriamo quando Lui ci desidera tanto. Non ci sforziamo di portare all’altare un cuore purificato e degno. Non cerchiamo di penetrare oltre al rito, nel mistero. E così quel sacrificio che ci porta l’amicizia con Dio resta in tanta parte inefficace per noi. Cerchiamo di ascoltare l’invito che parte dal tabernacolo e come gli abitanti di Ninive si convertirono convertiamoci anche noi. Convertiamoci al Dio nostro purificandoci dei nostri peccati, ravvivando la nostra fede, agendo con molta generosità, con molta vera decisione. Sempre allora sentiremo soave la presenza eucaristica, la sentiremo conforto e gioia, la vera gioia d’avere con noi il nostro Dio.

CODICE 77C1Q01340N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 02/03/1977
OCCASIONE Omelia, Mercoledì I Settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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