15/12/1976 - Omelia Mercoledi III Avv Novena Natale 1

Sant'Ilario d'Enza, 15/12/1976
Omelia, Mercoledì III settimana Tempo Avvento, Novena Natale - I giorno

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Is 45, 6-8. 18. 21-25; Lc 7, 19-23

Il Natale è Dio con noi. Nel Natale noi celebriamo questo miracolo più grande di tutti i miracoli: Dio si è fatto uomo. Dio si è incarnato, il Verbo s’è fatto carne ed ha abitato tra noi. Il mistero di sapienza, il mistero di amore, d’una sapienza infinita perché il Signore, che aveva annunciato la sua volontà per mezzo dei profeti, ha superato ogni aspettativa. Lui stesso è venuto, lui stesso divenuto simile a noi, prodigio di carità perché non c’è un amore più grande, perché è venuto tra gli uomini, ha superato una distanza infinita. È venuto tra di noi ed è venuto per soffrire, è venuto per noi peccatori. Il prodigio dell’Incarnazione sta proprio in questa misericordia, che si è piegata sull’uomo peccatore e lo ha portato fino nel seno della divinità. Purtroppo su questo prodigio abbiamo fatto l’abitudine, ma riflettiamo bene in questa Novena di Natale, riflettiamo bene. A Betlemme non vedremo la nascita solo di un grande uomo, a Betlemme noi adoreremo Dio fatto uomo. Vedremo un piccolo bambino, ma sapremo che quel piccolo bambino ha creato il mondo. Vedremo soffrire di freddo e di fame un bambino che ha in mano cielo e terra. Dobbiamo imparare a stupirci, dobbiamo imparare la meraviglia, noi così duri che questa meraviglia non ci commuove, che questa meraviglia non ci colpisce, che questa meraviglia ci lascia indifferenti. L’Incarnazione del Verbo di Dio è stata un’opera così grande che non si dà una maggiore carità, perché si è incarnato per tutti, ha voluto salvare tutti, ha voluto condividere le nostre lacrime, la nostra miseria, tutto. Dio è infinitamente beato, lui ha voluto essere con gli uomini in un amore tenero e continuo e noi lo contempliamo nell’Eucaristia ripetere la sua Incarnazione, ripetere questo suo atto di amore, perché tutti gli uomini lo possano stringere al cuore, perché tutti gli uomini abbiano in lui un fratello ed un amico. Nell’Eucarestia noi ripetiamo questo mistero quando, per le parole di un sacerdote, il pane diventa il suo Corpo e il vino diventa il suo Sangue. Gesù è presente in mezzo a noi: lasciamoci conquistare dal suo amore. Gesù è presente in mezzo a noi: lasciamoci prendere dall’entusiasmo della sua presenza. Gesù è in mezzo a noi perché noi diventiamo simili a lui. Ecco perché il Natale deve rappresentare per ognuno di noi una vera rivoluzione spirituale, una riforma totale e completa. Ecco perché ognuno di noi deve sentire con gioia che in Gesù ha tutto, che con Gesù può tutto, che Gesù risolve tutti i problemi: Gesù dà un senso alla vita e alla morte, Gesù dà un senso alla nostra vita insieme. Tutto è in lui. E perché noi siamo duri, perché noi siamo veramente indifferenti, ecco, prendiamo Gesù, impariamo a conoscere Gesù dalle mani della santissima Vergine. È lei che ce lo ha dato a Betlemme, è ancora lei vicino al nostro altare che ci porge Gesù. È lei che ce lo dà, lei che ci insegna come dobbiamo trattarlo, lei che ci insegna come dobbiamo apprezzarlo, lei Madre e Maestra. A Maria Madre della Chiesa, Maestra nella fede, chiediamo la lezione dell’umiltà, la lezione di sapere apprezzare questo dono infinito, la lezione di saper trarre profitto nonostante i nostri peccati e le nostre resistenze. Con lei, che ha accolto Gesù nel suo grembo con un amore che non si può descrivere tanto è grande, chiediamo di poter prepararci al Natale con questa comprensione di fede e con questo slancio di amore.

CODICE 76NEN01312N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 15/12/1976
OCCASIONE Omelia, Mercoledì III settimana Tempo Avvento, Novena Natale - I giorno
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Incarnazione
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