Gdc 13,2-7. 24-25; Lc 1,5-25.
Vengono proprio in mente le parole del profeta: “Le tue vie, Signore, non sono le nostre vie” (cfr Is 55,8). Zaccaria da tanti anni innalzava la preghiera per avere un figlio ed ecco, arriva un angelo e gli annuncia che la sua preghiera è stata esaudita, ma Zaccaria non crede, dubita.
Ecco, quante volte è così anche per noi: quando viene il Signore, dubitiamo, ci disorientiamo, perché viene in una maniera diversa, in una maniera che non ci aspettiamo e vorremmo che Dio pensasse con la nostra povera testa e decidesse come decideremmo noi.
Il distacco dalle cose è difficile proprio per questo. Il Signore ci vuole arricchire, la sua provvidenza è meravigliosa e noi, quando viene il Signore, pensiamo che ci voglia togliere, che ci voglia mettere in condizioni difficili. Il Signore ci vuol bene, lo dobbiamo sempre ricordare, il suo amore è guidato dalla sua sapienza. Impariamo questo distacco, che diventa dono a Dio e diventa dono agli altri. Impariamo ad essere decisamente umili, a riconoscere il Signore quando viene e ad accettarlo sempre. Quando sembra toglierci una consolazione, quando sembra permettere una difficoltà, non dubitiamo! Diciamo «grazie!» e andiamo avanti e impariamo ad essere generosi, perché la generosità deve essere la grande lezione che impariamo!
Generosi in ogni occasione, generosi anche quando gli altri non lo sono, generosi anche quando le nostre azioni vengono mal interpretate, anche quando le difficoltà sembrano moltiplicarsi, anche quando facciamo fatica a vincere i nostri difetti, perché molte volte i nostri difetti vengono da noi difesi, difesi come fossero virtù, come fossero diritti, come fossero delle cose che sono una prerogativa nostra.
Il dono è proprio in questo punto particolarmente importante: il dono di essere migliori noi per gli altri, di vincere le nostre angolosità, le cose che dispiacciono, le cose che pongono difficoltà nella pazienza, nell’esercizio di ogni giorno, nel nostro lavoro, nella nostra famiglia, nelle nostre relazioni; il dono di essere più virtuosi, il dono di essere più disponibili, il dono di accettare con riconoscenza e con umiltà le osservazioni degli altri. Ecco, la nostra vera povertà di spirito è proprio così.
Il Signore viene, il Signore vuole che noi siamo migliori, che impariamo da Lui ad essere donati e generosi sempre.
CODICE | 84NIN01312N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 19/12/1984 |
OCCASIONE | Omelia, Mercoledì feria di Avvento, Novena di Natale – V giorno |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Distacco, umiltà, generosità |
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