Dt 4,1. 5-9; Mt 5,17-19
“Sarà considerato grande”. La grandezza dell’uomo, allora, consisterà nella stessa misura con la quale sa accogliere la parola di Dio, la sa portare, la sa tradurre.
È la parola di Dio, proprio quella parola, che rende l’uomo partecipe della verità del Signore, perché diceva Gesù agli apostoli: “Io vi ho detto tutto, per questo siete miei amici”. Ad un amico si racconta ogni segreto e Dio, dandoci la sua parola, rivelandoci la sua verità, ha voluto essere amico con noi.
La grandezza della parola di Dio, quanto la dobbiamo meditare, quanto la dobbiamo ammirare, come dobbiamo cercare di essere sapienti, perché tutta la vera sapienza sta in quello che il Signore vuole come patrimonio dell’anima nostra.
“Le tue parole, Signore, sono spirito e vita”. Cioè le tue parole, Signore,sono la luce, le tue parole costituiscono la ragione stessa della nostra esistenza. Noi non possiamo fare senza di te.
Ecco il cristiano allora che sa dove misurarsi, che sa che c’è una pietra di paragone alla quale può confrontare tutti i valori che si proclamano attorno a lui. È una verità che non viene meno: “Non passerà dalla legge neppure uno iota o un segno”, tutto si deve compiere. La parola di Dio, noi lo sappiamo bene, viene a noi ed esce dal cuore del Signore. Il Signore ci ama, ci ha amato da peccatori e continua ad amarci e il Signore, proprio nell’amore dà a noi la sua legge, comunica a noi la sua parola.
Allora non è la parola del Vangelo che si deve adattare alla nostra vita, alla nostra mentalità, al nostro gusto. Siamo noi che ci dobbiamo confrontare con questa parola, siamo noi. Mondanizzarci vorrebbe dire rinunciare a Gesù, rinunciare alle sue mirabili disposizioni, ai suoi comandamenti. Noi ci dobbiamo guardare bene dal mondo perché è in contrasto con la parola di Dio. Il mondo non parla per amore, parla per egoismo e interesse, per ambizione e orgoglio. Noi accogliamo la parola di chi ci ama e di chi guida tutta la nostra esistenza.
Accogliere la parola nella meditazione, accoglierla fin nel profondo dell’anima e meditarla, gustarla, viverla. Vivere la parola. Meditarla con tutta la forza del nostro entusiasmo.
Sia questo il pensiero forte che mettiamo nel nostro cuore: parola di Dio, comando di Dio, legge di Dio. È la nostra ricchezza, è la nostra gloria, è la forza che ci conduce all’unico premio.
CODICE | 82CGQ01342N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 17/03/1982 |
OCCASIONE | Omelia, Mercoledì III settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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