“Chi accoglie un bambino accoglie me”.
Quando ci chiediamo qual è stato il punto centrale di tutta la vita di S. Giovanni Bosco, noi con facilità lo definiamo: S. Giovanni Bosco è uno che ha amato. Il suo cuore è stato tanto grande, è stato tanto forte, è stato tanto operoso perché ha saputo amare.
Guardando al crocefisso, all’immensa carità con la quale il Signore ha compiuto il suo mistero di salvezza, don Bosco ha accolto in se’ questo amore, ha capito che l’amore va corrisposto con l’amore, che all’amore di Gesù che si è immolato per noi, noi dobbiamo sacrificare tutto, ha capito che per amare concretamente il Signore bisognava amare le anime e per la salvezza degli uomini, per la salvezza delle loro anime ha saputo donare tutto quello che aveva: non tanto ha donato ciò che possedeva, ha donato se stesso momento per momento, fino a morire di un lento martirio di lavoro.
Ha amato soprattutto i fanciulli e i giovani, perché li ha visti i più indifesi, li ha visti come l’identificazione più evidente di Cristo e perciò li ha amati e si è posto al loro servizio.
Noi vogliamo chiedere a questo grande santo, vogliamo domandargli intensamente di poterlo imitare, di poter costituire la nostra vita nell’amore, di poterci impegnare per le opere che promuovono il bene dei fanciulli e il bene dei giovani. Gli chiediamo d’intercedere per noi perché capiamo il mistero pasquale e diventiamo dei cooperatori di questo mistero di salvezza.
Tre grazie in questo quadro:
1. Di amare molto Dio, di essere capaci di amarlo tenendo il cuore sgombro dal peccato, soprattutto dai peccati di egoismo e di impurità.
2. Noi chiediamo di potere capire come questo amore di Dio non ci deve mai lasciare inoperosi, perché un amore vero si traduce in opere, un amore falso resta un sentimento e una parola vuota.
3. Infine noi chiediamo di potere veramente servire la Chiesa, servire tutte le esigenze della Chiesa, le esigenze di adesso. Don Bosco è andato incontro ai fanciulli e ai giovani nel suo ambiente, nella sua epoca: noi dobbiamo essere fedeli testimoni e operatori di bene nella nostra epoca, noi vogliamo, nel nostro oratorio, nell’ubbidienza alla Chiesa, sentirci totalmente e fedelmente impegnati.
Noi vogliamo chiedere di potere veramente dimostrare al Signore l’effettiva nostra maturità.
I giovani questa sera chiedono questa maturità, questa completezza, questa statura per essere veramente responsabili, impegnati, generosi, per essere sempre di più l’orgoglio e, come ha detto il Papa, la speranza della Chiesa.
Questa sera invochiamo S. Giovanni Bosco perché interceda per gli educatori, interceda perché il problema dell’educazione è uno dei massimi problemi della nostra società. E se sempre è stato difficile educare bene, noi sentiamo in questo tempo una speciale difficoltà.
Educare bene: domandiamo la preghiera di un santo che ha dedicato al problema dell’educazione tutta la sua vita. E’ stato il centro dei suoi pensieri, della sua viva intelligenza, della sua operosità, di tutto quel movimento che sinteticamente chiamiamo di santità.
S. Giovanni Bosco si è fatto santo per educare. La santità per Lui in che cosa si è realizzata? Nel fare la volontà di Dio che lo chiamava ad amare i ragazzi e i giovani.
Ecco, S Giovanni Bosco ha detto di sì e ha veramente amato e nel suo amore c’è tutto il suo metodo di educazione, c’è tutto un metodo fatto di stima, di rispetto, fatto di una intuizione generosa e forte.
S. Giovanni Bosco ha stimato i ragazzi come li deve stimare chi ha fede, vedendo in loro non solo degli esseri umani, ma dei figli di Dio. Quando un ragazzo riceve il Battesimo, riceve un’incomparabile dignità, la dignità che fa di lui un altro Cristo, che fa di lui un tempio, un tabernacolo dello Spirito Santo.
S. Giovanni Bosco ha stimato i ragazzi per le loro qualità, li ha stimati per la grazia che hanno ricevuto, grazia soprannaturale da Dio, li ha stimati per l’effettiva capacità che hanno e per la promessa che rappresentano di bene e di affermazione di una nuova società.
S. Giovanni Bosco li ha stimati e per questo ha portato un grande rispetto di loro, non ha sovrapposto le sue idee, ma ha aiutato i ragazzi a svilupparsi nella luce della verità e dell’amore di Dio, li ha aiutati in uno spirito di servizio evangelico e il suo aiuto è stato un aiuto intelligente, un aiuto soave e un aiuto forte. Non è stata la permissività che distingue oggi troppi genitori: è un amore troppo piccolo quello permissivo. Ci vuole un amore più forte, più grande, l’amore che previene, l’amore che accompagna, l’amore che interviene, quando è necessario, con l’energia del medico, con l’energia di chi, come la mamma, ama fino in fondo la sua creatura.
S. Giovanni Bosco è stato un santo artista di anime: per questo veramente ha tenuto questa linea, una linea di sapienza e di energia, una linea centrata e sommamente rispettosa.
Ecco perché noi ce lo proponiamo come modello. Che cosa ci proponiamo allora? Di essere veramente dei cristiani consapevoli, dei cristiani che sono recettivi di tutta la luce dello Spirito Santo, perché educare dei cristiani com’è possibile senza lo Spirito Santo?
Noi ci proporremo allora una vita cristiana serena, limpida, ma veramente colma, colma di bene. Ci proporremo di accompagnare la nostra azione con una preghiera doverosa e responsabile, ci proporremo di fare ogni giorno il nostro dovere con umiltà, con serenità, sapendo che quando si agisce così la coscienza può stare tranquilla, anche se non sempre si è capiti…
CODICE | 79AZO01332N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza 31/01/1979 |
OCCASIONE | Omelia, Mercoledì IV settimana Tempo Ordinario, memoria San Giovanni Bosco |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Il dono totale di S. Giovanni Bosco, modello per gli educatori |
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