01/04/1981 - Omelia Mercoledi IV Quar

Sant’Ilario d’Enza, 01/04/1981
Omelia, Mercoledì IV settimana Tempo Quaresima

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Is 49,8-15; Gv 5,17-30

“Il Padre mio opera sempre e anch’Io opero!”. Il Signore ci ha posto proprio così, perché noi operiamo, perché compiamo delle opere, delle opere conformi alle opere di Gesù. Perché un cristiano deve essere come Gesù e deve continuare l’opera di Gesù. Un cristiano non può far delle cose a caso, a capriccio, secondo determinate ideologie; un cristiano è chiamato nella sua vita a realizzare l’opera che, in continuazione della Sua, Gesù gli chiede. Anche lui deve poter ripetere quello che ha detto Gesù: “Non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato”. Ecco, le nostre opere devono essere tutte opere nella Volontà del Padre. Questo, brevemente, con un’espressione consacrata, diciamo: il fare il nostro dovere. Ognuno di noi ha segnato il proprio dovere, ognuno di noi ha perciò la strada, il cammino. Ognuno di noi ha indubbiamente questo modo unico di manifestare il suo amore a Dio: fare bene, fare con fedeltà, fare con completezza il nostro dovere. Il genitore deve fare il suo dovere di genitore; il figlio, il suo dovere di figlio; il professionista, la sua professione; il lavoratore, il suo lavoro; lo studente, il suo studio. È operare ed è nell’ordine dell’opera di Gesù, cioè dell’opera di Salvezza. Perché, se ognuno fa il suo dovere, entra nelle intenzioni di Gesù ed entra nella logica della Salvezza di Gesù. Non dobbiamo cercare altre cose: fare il nostro dovere con umiltà e amore, farlo ogni giorno perché, se tutti gli uomini facessero il loro dovere, come la Terra si trasformerebbe meravigliosamente! Troppi declinano dal loro dovere, troppi rifiutano il loro dovere, troppi cercano solo ciò che solletica la passione, ciò che spinge verso il piacere. Fare il nostro dovere, farlo così senza pretendere nient’altro che la coscienza tranquilla di averlo fatto, sapendo che è qui che ci ha posto il Signore, è qui che Lui misura la nostra fedeltà, è qui dove noi possiamo acquistare i nostri meriti, è qui che possiamo fare del bene ai nostri fratelli. Il nostro dovere, non il dovere arido come lo potrebbe fare un pagano, no, collocato così, nella volontà amabile del Padre nostro, nell’opera di Redenzione di Gesù, così, con serenità e con forza, fino a quando il Signore ci chiamerà alla gloria del premio.

CODICE 81D0Q013
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 01/04/1981
OCCASIONE Omelia, Mercoledì IV settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Compiere il nostro dovere quotidiano
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
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