23/03/1977 - Omelia Mercoledi IV Quar

Sant’Ilario d’Enza, 23/03/1977
Omelia, Mercoledì IV Settimana Tempo Quaresima

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Is 49,8-15; Gv 5,17-30

Il Figlio dà la vita a chi vuole. Gesù è la sorgente della vita. Della vita vera, della vita che non tramonta mai, che non conosce la morte, che non conosce diminuzioni, della vita piena, di quella vita che in Dio diventa gloria e gioia per l’eternità. Abbiamo sempre più necessità di capire questo, ma di una comprensione profonda, intima, grande, perché non basta un’affermazione che resti alla superficie dell’anima. Non basta. È necessario che ogni anima si incontri con Gesù datore di vita. Si incontri veramente e l’incontro lo sia ha particolarmente nell’Eucarestia. Per noi è dato. Il Pane di vita è chiamato l’Eucarestia. È Gesù stesso che l’ha chiamato così: Pane di vita. Nell’Eucarestia Gesù è per noi per comunicarci una grandezza di vita, una perennità di vita. Ogni volta che noi veniamo a contatto con l’Eucarestia, si verifica nella nostra anima una trasformazione. Una trasformazione che è tanto più valida e tanto più grande quanto più sono le nostre disposizioni. Ecco perché è sommamente importante accrescere il nostro desiderio di Gesù Eucarestia. Il desiderio di comunicare con Lui. Il desiderio di essere vicino a Lui. Il desiderio di nutrirci con Lui. Il desiderio. Indica la nostra fede e il nostro amore. Più si conosce e più si ama, più si desidera. È evidente. Ma, se uno viene a pregare davanti all’Eucarestia e ha un desiderio povero povero, ritorna, va fuori dalla chiesa e ha ricevuto pochissimo. Se uno partecipa alla messa con poco desiderio, la messa non compie in lui quella ricchezza di salvezza che si può compiere, non compie attraverso di lui quella salvezza al mondo che si richiede. Se uno fa la comunione e la riceve con indifferenza, con poco desiderio, poco è il profitto. Bisogna dunque curare il desiderio. Avere un grande, grande desiderio, sentendo che fuori di Gesù non c’è nulla di valido. Fuori di Gesù non c’è niente di grande e di gaudioso, che fuori di Gesù c’è solo la miseria e l’oscurità della vita. Il desiderio! Misuratelo, se potete riuscire, il vostro desiderio. Perché, se siete affamati, è un Pane che vi nutrirà meravigliosamente, ma, se non avete questa fame, poco vi sarà dato, poco. Ecco perché desideriamo Gesù quando facciamo le comunioni spirituali, desideriamo Gesù quando non vediamo l’ora di venire davanti a Lui. Desideriamo Gesù come un elemento importante di preparazione nella messa. Desideriamo Gesù e per questo le comunioni diventano fruttuose. Desiderare. Dicevo che il desiderio è composto di un binomio: la fede, che ci dà l’intelligenza delle cose, ci fa conoscere lo splendore del suo volto, e l’amore col quale noi dobbiamo trattare Gesù. Lo dobbiamo amare sopra ogni cosa perché è il nostro Dio. Lo dobbiamo amare sopra ogni cosa perché è il nostro Salvatore. Lo dobbiamo amare sopra ogni cosa perché deve diventare il nostro gaudio eterno. Desideriamo. Desideriamo. Ecco perché c’è nella Scrittura, nel libro di Daniele, questa frase: “Beato l’uomo di desiderio”. Sì, sia ognuno di noi un uomo, un’anima di desiderio tanto fervido quanto intenso.

CODICE 77COQ013
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 23/03/1977
OCCASIONE Omelia, Mercoledì IV Settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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