Is 50,4-9; Mt 26,14-25
“Gli fissarono trenta monete d’argento”. Era il prezzo di uno schiavo. Trenta monetine d’argento. Non una di più. Non una di meno. Gesù era stato valutato. I nemici non ritenevano che avesse un altro prezzo. Trenta monete d’argento. Ma è Figlio di Dio! Ma fa dei miracoli! Ma ha una sapienza celeste! Ma … . Non importa: trenta monete d’argento. È il prezzo del tradimento, dell’idiozia che si fa tradimento. Trenta monete d’argento. E il prezzo si ripete di generazione in generazione. E molti sono ancora che vendono Gesù per trenta monete d’argento. Anche per molto meno. Vendono Gesù, lo barattano per delle cose assolutamente insulse, per delle cose che non solo non valgono, ma che sono detestabili, che non solo non contano, danno del danno, recano un danno enorme, eppure vendono Gesù. Entriamo stasera nell’atmosfera più profonda di tutto l’anno liturgico: il Triduo Pasquale. Domani è il Giovedì santo. Oh sì, come dobbiamo riflettere ed essere decisi per entrare nel vero spirito pasquale! Ecco, e si entra di qui. Si entra ponendo la giusta stima di Gesù. E detestando tutti i momenti di stupidità che abbiamo avuto quando abbiamo dato via il Signore per i nostri peccati, quando siamo stati assolutamente peggiori di ogni valutazione, di ogni retta valutazione, quando con la nostra mediocrità, quando con un ripetersi monotono di certe cose ci siamo posti sull’orlo dell’abisso e abbiamo in fondo calcato le orme di Giuda. Abbiamo detto di sì, abbiamo detto che le cose di questo mondo valgono meglio del nostro Dio. Abbiamo detto che le cose di questo mondo, così passeggere ed effimere, valevano di più del Signore della gloria. Ci siamo assomigliati agli Ebrei che hanno cambiato la gloria di Dio in una statua che raffigurava un vitello. Oh sì, entriamo in questa atmosfera, un’atmosfera di viva fede, per cui non c’è altra soluzione: o comprendiamo il sacrificio di Cristo, comprendiamo il suo sangue, comprendiamo le sue lacrime, comprendiamo i suoi dolori e allora sappiamo che ogni suo gesto, ogni sua lacrima vale più di mille mondi, o altrimenti ci mettiamo nelle condizioni di Giuda e di tutti quelli che hanno tradito il Signore! “In verità, io vi dico”, diceva Gesù, “uno di voi mi tradirà”. Che non si verifichi per nessuno di noi. Ci sarà uno di noi del quale Gesù possa dire: “Questa sera mi tradirà”? Il Signore ci scampi da questa disgrazia perché, come per Giuda, bisognerebbe ripetere le parole del Signore: “Meglio sarebbe per lui che non fosse nato”.
CODICE | 79DAQ0134XN |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 11/04/1979 |
OCCASIONE | Omelia, Mercoledì Santo |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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