Is 50,4-9; Mt 26,14-25
Il mistero di Giuda, il mistero di colui che siede a tavola insieme col Maestro e lo tradisce. Questa giornata che preludia la Cena del Signore noi ci dobbiamo interrogare in profonda umiltà, perché dobbiamo veramente vedere se anche noi, sedendo alla mensa del Signore, siamo indegni e, in qualche maniera, siamo traditori. Dico: in qualche maniera. Perché è evidente: il Signore si siede a mensa e dà il suo Corpo in uno slancio di amore infinito. Chi può sedere alla mensa con Lui se non ha l’amore? Se non dà nell’amore? Oh, le nostre messe! Oh, le nostre comunioni! Sono davvero ricche d’amore? La nostra conversione quaresimale ci deve portare proprio qui; a sederci alla mensa col cuore pieno d’amore, a non volere più delle messe non partecipate, partecipate male, svogliate, buttate là, come si butta una cosa che vale poco. Le nostre messe, che devono essere vissute in una comunione profonda. Avete sentito. Il Signore è solo quella sera. I suoi non lo capiscono. Giuda l’ha barattato per trenta monete d’argento. E resiste fino in fondo. Il gesto di Gesù è un gesto di un amico che richiama. È un gesto ancora di stima, è un gesto di salvezza. Quante volte, pur facendo la comunione, abbiamo lasciato Gesù da solo? Era in noi, ma noi eravamo con Lui? Era in noi, ma noi lo abbiamo capito? Era in noi, ma noi lo abbiamo seguito? Le nostre comunioni, quelle comunioni che si sono susseguite con frequenza, ma che forse hanno lasciato lo stesso clima, ma che forse, per la nostra resistenza, non hanno potuto scalfire il nostro egoismo. Gesù umile veniva a noi e noi restavamo superbi. Gesù paziente e buono veniva da noi e noi restavamo cattivi, astiosi, impazienti. Gesù puro veniva da noi, ma noi restavamo appiccicati ancora alle cose sensuali. Gesù, meravigliosamente buono, veniva da noi e ci dava il suo cuore e noi restavamo assenti. Convertirci, che cosa vuol dire? Prepararci domani alla cena del Signore con la volontà sicura e forte di trasformare le nostre comunioni, da renderle almeno sufficienti. Sufficienti per le nostre disposizioni, per il nostro sì, per lasciarlo fare, per lasciare che Lui trasformi, cambi, orienti tutta la nostra vita. Vigilia di Giovedì Santo. Quanto è importante! Quanto ci deve porre in una trepidazione! Come sarà la nostra comunione domani, anniversario della Sua Cena? Come saranno le nostre comunioni dopo? “Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà”. Terribile! Ma ineluttabile. Avverrà senza dubbio, se noi trasformiamo questo mistero d’amore che è la messa e la comunione in qualche cosa di odioso e di brutto.
Riflettiamo. Domandiamo. Prepariamoci.
CODICE | 74D9Q01355N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 10/04/1974 |
OCCASIONE | Omelia, Mercoledì Santo Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAP | CREDITS