03/04/1974 - Omelia Mercoledi V Quar

Sant’Ilario d’Enza, 03/04/1974
Omelia, Mercoledì V Settimana Tempo Quaresima

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Dn 3,14-20. 46-50. 91-92. 95; Gv 8,31-42

L’annuncio del Vangelo è continuamente un annuncio della vera libertà. Tutti coloro che non vogliono il Vangelo, che non vogliono ispirarsi al Vangelo, cercano di condurre alla schiavitù, perché il Vangelo è parola di Dio e dalla paternità di Dio viene agli uomini l’amore e l’amore è rispetto, l’amore costituisce nella libertà. Abbiamo udito nella prima lettura la pretesa di quel re orientale, Nabucodonosor, che voleva essere adorato non solo in se stesso, ma anche nelle sue immagini e nelle sue statue d’oro, e come i tre servi di Dio insorgono fermamente contro questa pretesa. Solo Dio si adora. Solo a Dio si ubbidisce. Quando gli uomini escono dall’ordine di Dio non hanno più nessun titolo, non solo ad essere ubbiditi, ancor meno, ad essere venerati. Ecco su questo discorso della libertà dobbiamo ben riflettere, perché l’inganno del demonio è perenne. Si ha l’illusione spesso che ad essere istintivi, che ad essere senza regola, che ad essere a capriccio, si sia liberi, mentre lo sappiamo che vi è una tirannia proprio lì, nell’istinto, nella passione, in quella forma sregolata che noi chiamiamo vizio. Non c’è un peggior schiavo del vizioso. Quando non è più la sua intelligenza che sa considerare, non è più la sua volontà che sa scegliere, ma è assolutamente condizionato. Ed è evidente, man mano che noi veniamo ad essere padroni di noi stessi, man mano cioè che noi accogliamo la parola di Dio, la facciamo nostra, man mano che noi sappiamo giudicare e sappiamo scegliere, valorizziamo noi stessi, la nostra personalità si afferma, la nostra libertà raggiunge veramente il punto più alto. Ecco perché la conversione dal peccato è conversione alla vera libertà, alla vera idea di libertà, al vero uso della libertà. Ecco perché una volta per sempre dobbiamo vincere tutte le nostre piccole e grandi schiavitù, questi nostri difetti che ci condizionano tanto, queste nostre forme che, cristallizzate, ci tengono continuamente in una determinata linea. Dobbiamo liberarci dai difetti per affermare veramente che la vera gioia sta nel prendere con tutto il cuore la legge di Dio. Più noi maturiamo nella legge di Dio, più noi maturiamo nel suo amore, più raggiungiamo l’equilibrio, la pace, la serenità, più noi sappiamo disporre bene tutte le cose proprio come devono essere disposte. Liberarci dai capricci. Liberarci dai momenti di malumore. Liberarci da quegli stati di nervosismo che ci rendono intollerabili e ingiusti. Liberarci da tutte quelle forme di rispetto umano, di paura degli altri, di paura di affermare ciò che il Signore vuole che nella nostra vita sia affermato. Ecco, l’uso della vera libertà. È in questo senso che noi dobbiamo pregare stasera, perché la Pasqua è vicina e la Pasqua ci deve trovare diversi, ma il grande nostro impegno è proprio nel vincere una tirannia, quella dei nostri difetti.

CODICE 74D2Q01344N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 03/04/1974
OCCASIONE Omelia, Mercoledì V Settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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