08/04/1981 - Omelia Mercoledi V Quar

Sant’Ilario d’Enza, 08/04/1981
Omelia, Mercoledì V settimana Tempo Quaresima

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Dn 3,14-20. 46-50. 91-92. 95; Gv 8,31-42

“Chiunque commette il peccato, è schiavo del peccato”. Sono parole che sempre devono essere oggetto di nostra meditazione, perché noi dei peccati ne commettiamo, ne commettiamo troppi, li ripetiamo questi peccati, forse li amiamo questi peccati ed è per questo che non raggiungiamo la vera libertà, è per questo che abbiamo le nostre piccole e grandi schiavitù, siamo talmente abituati a queste schiavitù che le desideriamo, che ne facciamo una regola della nostra vita.

Il Signore invece urge all’anima nostra, bussa alla porta del nostro cuore e ci invita a salire la scala della perfezione cristiana perché è una scala di gioia, è una scala che riempie di soavità, perché raggiungere la perfezione cristiana è maturarsi in un scintillio di cose meravigliose. Chi segue il Signore è ricco e non povero; chi segue il Signore è beato, non misero; chi segue il Signore ha la suprema certezza, non il dubbio; chi segue il Signore non ha da imparare niente dal mondo, perché possiede tutta la verità che Gesù ha portato dal Padre.

Ci dobbiamo entusiasmare, innamorare della perfezione cristiana, del diventare buoni davvero, da spezzare le nostre catene decisamente, da essere da orgogliosi umili, da sensuali puri, da impazienti sereni, da smaniosi calmi della calma e della pace portata da Gesù. Dobbiamo capire finalmente, in una grande grazia della misericordia di Dio che legata alla nostra libertà, alla nostra gioia è questa strada che si chiama la strada della salita, la strada di cui parla Gesù. E Gesù dice: “Sono pochi quelli che salgono alla vita perché stretta e ripida è la via”. Spaventarsi delle difficoltà della vita spirituale è proprio da sciocchi!

La vita spirituale conosce i suoi contrasti, ma ha degli orizzonti meravigliosi, ha degli orizzonti di grande conquista e di grande ricchezza. Anelare dunque a volere ottenere per Pasqua questa grande, decisa risoluzione. La nostra confessione pasquale non sarà una monotona e avvilente ripetizione dei soliti peccati, accompagnata dalla stanchezza dei propositi, da una visione ristretta delle cose. La nostra confessione pasquale deve diventare una cosa grandiosa, un momento veramente decisivo: deve diventare il punto di lancio di tutto il nostro anno ecclesiastico.

Cominciamo a chiedere la grazia di una meravigliosa confessione pasquale, pasquale: che segni un passaggio, che segni veramente il momento del lancio di una corsa che non si arresterà. Dice il salmo: “Tu hai aperto il mio cuore, io mi sono messo a correre”; ecco, avvenga così di tutti noi.

CODICE 81D7Q013
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 08/04/1981
OCCASIONE Omelia, Mercoledì V settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La perfezione cristiana
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
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