26/03/1980 - Omelia Mercoledi V Quar Funerale

Sant'Ilario d'Enza, 26/03/1980
Omelia, Mercoledì IV settimana Tempo di Quaresima - Funerale

Ascolta l'audio

Mc 15, 33-39; 16, 1-6

Gesù è morto, Gesù è risorto.

Gesù è morto nell'obbedienza al Padre suo, il Padre ha gradito la sua offerta, il suo sacrificio e lo ha manifestato risuscitandolo dai morti. La morte di uno che ha fede, la morte di un cristiano ha un significato profondo, esprime qualche cosa di grande perché si unisce alla morte del Cristo.

Il cristiano, che accetta la morte, accetta la volontà di Dio che ha condannato tutti a questa umiliazione; la accetta e perciò esprime amore nella sua morte, esprime amore al Padre, esprime fede in Cristo, esprime la speranza che Dio perdoni i peccati per i meriti di Cristo e così lo risusciti.

La morte del cristiano diventa allora un'offerta a Dio, un'offerta di umiltà, di amore, un atto di abbandono: "Padre, nelle tue mani raccomando lo spirito mio "(* Lc 23, 46)

La morte del cristiano non segna perciò un termine, una fine, segna piuttosto il passaggio ad una vita più conforme alla sua qualità di essere figlio di Dio, alla sua qualità di essere un membro di Cristo, perché come è risorto il Capo così risorgeranno le membra.

Noi sappiamo che la nostra defunta è vissuta nella fede, in una profonda fede. È vissuta guardando a Dio, guardando sempre a Dio. Ha sofferto, ha sofferto molto nella sua vita, e lo diceva, ma ha sofferto santificando le sue sofferenze nel nome del Signore.

Ha sofferto benedicendo Dio. Sapeva che le sofferenze di questo mondo sono poca cosa in confronto al premio che ci verrà assegnato. E così ha saputo, unendosi a Gesù sofferente, santificare la sua vita, santificare i suoi giorni, così uno per uno con serenità , con forza, con quell'umiltà caratteristica che la distingueva.

Vorrei che noi uniti in preghiera, in profonda preghiera , sentissimo il suo esempio, sentissimo che quello che conta è ciò che nelle mani di Dio diventa eterno, cioè il bene, perché il soffrire passa, ma l'aver sofferto dura eternamente. E chi ha sofferto con Cristo gioirà con Lui.

Nel brano del Vangelo, che abbiamo letto, c'è lo stupore del soldato romano che, vistolo spirare in quel modo, disse:

"Veramente quest'uomo era figlio di Dio " (* Mc 15, 39).

Possiamo fare un paragone, quando alla luce della morte vediamo tutta la vita nel suo vero valore, per cui possiamo esclamare: - Così devono vivere i figli adottivi di Dio, così devono vivere, così devono operare, così devono sperare!

Il tempo è solo un passaggio, noi che apparteniamo a Cristo, noi di Cristo sappiamo che il nostro camminare è il camminare verso di Lui. E Lui ci prenderà e con Lui saremo assorbiti nella gloria.

CODICE 80CRO01344F
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 26/03/1980
OCCASIONE Omelia, Mercoledì IV settimana Tempo di Quaresima - Funerale
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale,
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La morte offerta
Condividi su
MOVIMENTO FAMILIARIS CONSORTIO
Via Franchetti, 2
42020 Borzano
Reggio Emilia
Tel: + 39 347 3272616
Email: info@familiarisconsortio.org
Website: familiarisconsortio.org
  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAPCREDITS