17/05/1989 - Omelia Mercoledi VI Ord

Gn 8,6-13. 20-22; Mc 8, 22-26.

La nostra devozione alla Beata Vergine deve essere una cosa di profonda convinzione, perché noi onoriamo la Madonna non per supposizioni, per ipotesi: noi onoriamo la Madonna per quello che ci dice la fede. È nella fede che ci è stata rivelata la grandezza di Maria, la grandezza delle sue virtù.

Se prendiamo il santo vangelo, noi abbiamo il fondamento vero della devozione che dobbiamo alla Madonna; non abbiamo bisogno di ricorrere ad altre cose, abbiamo bisogno di costruirci un ideale secondo la nostra cognizione.

La Madonna è un dono di Dio, è un meraviglioso dono di Dio, un dono che accogliamo con molta riconoscenza e molta riverenza. La Madonna è un dono di Dio.

Dicevano i santi: “La Madonna è come il mare, che raduna tutte le acque. Dio radunò le acque – dice la pagina della Genesi (Cfr Gn 1,9-10) – e lo chiamò «mare»; radunò tutte le grazie e chiamò «Maria»”.

Ecco perciò che alla base di una devozione solida ci deve essere questa accettazione della fede, questo entusiasmo della fede, perché Dio nella Madonna ha realizzato il capolavoro della sua creazione, il capolavoro del suo amore. Nessuna cosa creata da Dio è più bella della Madonna; nessuna cosa creata da Dio è più amata da Lui della Madonna; nessuna cosa che in qualche maniera desta lo stupore può paragonarsi alla Madonna.

Abbiamo dunque una grande stima, una grande, preziosa considerazione.

Amiamo la Madonna perché è degna di essere amata; conosciamo la Madonna perché conosciamo la cosa più alta e più bella; ricorriamo alla Madonna perché impariamo la cosa più necessaria.

Il nostro fioretto sarà fermarci nella preghiera a pensare alla grandezza della Beata Vergine, grandezza che ha richiesto tutta la potenza e l’amore di Dio.