26/05/1982 - Omelia Mercoledi VII Pasqua Nov Pent 6

S. Ilario d’Enza, 26/05/1982
Omelia, Mercoledì VII settimana Tempo di Pasqua, Novena di Pentecoste - VI giorno

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At 20, 28-38; Gv 17, 11-19

“Custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato” (cfr. Gv 17, 11).

È lo Spirito che entra in noi e ci consacra e ci difende e ci arricchisce. L’azione dello Spirito Santo è continua; incominciata nel giorno del Battesimo, è un’azione di amore che non cessa mai. È un’azione che cerca tutte le strade perché noi ci diamo totalmente a Dio. I doni dello Spirito Santo: quali mirabili opere! Lo Spirito Santo occupa mediante questi doni tutta la nostra anima, tutta la nostra intelligenza, che viene perfezionata, che viene indirizzata nel soprannaturale, e la nostra volontà.

Col dono della Sapienza, lo Spirito ci fa gustare le cose di Dio, a noi che siamo così facili a perderci nei gusti della terra, nelle sollecitazioni delle passioni, nelle nostre stanchezze che non riusciamo a superare, perché preferiamo avere un gusto di cose inferiori.

Egli col dono della Scienza ci educa a sapere prendere con forza tutte le cose della terra, tutte le cose umane e trasportarle nel piano soprannaturale.

Egli perciò ci consiglia, Egli perciò ci fortifica, Egli aiuta la nostra debolezza che è sempre totale, perché sul piano soprannaturale noi siamo completamente incapaci di agire e di fare.

Egli ci educa alle relazioni strette col Padre, ci fa sentire che, figli di Dio, dobbiamo avere la gloria di non fare nulla che sia disdicevole alla nostra dignità. Nulla! E allora nasce nell’anima l’odio al peccato, la ripulsa istintiva al peccato come qualche cosa che assolutamente noi non possiamo ammettere, nemmeno inizialmente.

Lo Spirito Santo ci educa a vincere la durezza dei nostri difetti, la nostra insensibilità di cuore, i nostri ritardi nel bene e nella grazia di Dio. Dice la Scrittura che lo Spirito non sa, cioè rifiuta ogni indugio. Darci a Dio, darci secondo la sua legge, secondo il suo invito, secondo la logica dell'amore. Ecco lo Spirito Santo che cosa produce in noi, ecco perchè ci custodisce, ecco perchè sviluppa in noi quei germi di bene che Lui stesso ha seminato. Sempre di più sentiamo allora che la nostra dipendenza dallo Spirito Santo è assolutamente necessaria. Dobbiamo dipendere da Lui nel nostro sentire e nel nostro volere, nella nostra gioia e nel nostro dolore. Sempre ci dobbiamo riferire allo Spirito, lo Spirito che ci ama, lo Spirito che ci suggerisce, lo Spirito che ci fortifica. Chiediamo che ognuno di noi possa vincere quello che è l’ostacolo più grave alla nostra santificazione, a raggiungere quella maturità vera e grande che spetta a un figlio di Dio.

CODICE 82ERN01366N
LUOGO E DATA S. Ilario d’Enza, 26/05/1982
OCCASIONE Omelia, Mercoledì VII settimana Tempo di Pasqua, Novena di Pentecoste - VI giorno
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI L’azione dello Spirito Santo mediante i suoi doni – La dipendenza dallo Spirito Santo
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