Gn 11, 1-9; Rm 8, 22-27; Gv 7,37-39
Raccogliamo con trepidazione la sua parola: “Chi ha sete venga a me” (cfr. Gv 7, 37), perché questa grande festa della Pentecoste ci trovi veramente assetati e tutte le fibre del nostro essere sentano questa sete, perché è evidente quello che vuole dire: chi ha sete beve, ma chi non ha sete non beve. Rimane nella sua povertà e rimane nella sua sufficienza, si crede, si stima, pensa che la sua vita sia valida, ma non la è, perché non è un assetato. Sarà un abituato, sarà un superficiale e un leggero, ma non beve l’acqua divina che solo dà lo Spirito Santo, non gli è comunicata. Ecco perché questa sera dobbiamo scuoterci, muoverci, dobbiamo suscitare in noi questa benedetta sete, questa voglia di Spirito, questa voglia di fare la volontà di Dio, di tradurre nella nostra vita la Parola di Gesù. Dobbiamo non essere pigri e con tutto lo slancio andare avanti, perché lo ha detto il Signore: “Chi crede in me” (cfr. Gv 7, 38). “Chi crede in me”: è attraverso la fede che viene la sete, è nella fede che si attua questo stato di esigenza, che non basta l’umano, che il peccato è tradimento, che l’essere contenti della propria superficialità è una grande disgrazia. Abbiamo bisogno di scuoterci nella fede, di camminare vigorosamente, di essere pronti a dire di sì al Signore. Ecco, il sì della Pentecoste è il sì al fuoco, è il sì all’amore, è il sì al dono. Il sì della Pentecoste è un sì che scuote, che coinvolge tutto il nostro essere. Dice il testo della Pentecoste: “Ci fu un vento forte” (cfr. At 2, 2). Ci vuole allora un uragano, l’uragano della generosa misericordia di Dio che noi dobbiamo invocare insieme a Maria Madre di Gesù. Lo dobbiamo invocare per noi, lo dobbiamo invocare per tutta la Chiesa, lo dobbiamo, in spirito missionario, invocare per tutto il mondo, perché sono tanti che hanno sete, ma non c’è nessuno che dia loro l’occasione della fede. Ecco perché dobbiamo pregare, ecco perché dobbiamo sentire vivo il nostro cristianesimo, ecco perché dobbiamo andare avanti, pregando e sacrificandoci e impegnandoci per tutta la realtà missionaria. La Chiesa che nasce dalla Pentecoste è essenzialmente missionaria e deve continuare la missione di Gesù. Per questo preghiamo, per questo invochiamo, per questo dobbiamo saperci offrire.
CODICE | 85EQN01366N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario, 25/05/1985 |
OCCASIONE | Omelia, Sabato VII settimana Tempo Pasqua Vigilia Solennità Pentecoste, Messa vespertina - Anno B - Novena Pentecoste - IX giorno |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | La fede, la sete di Spirito Santo |
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