Gl 3, 1-5; Rm 8, 22-27; Gv 7, 37-39
“Fiumi di acqua viva” (Gv 7, 38).
Ecco un’immagine della ricchezza che ogni cristiano può possedere e dare, se riceve lo Spirito. È quella meravigliosa ricchezza che, partita dal Cuore del Cristo, va a tutti coloro che hanno ricevuto l’adozione a figli. I figli possiedono lo Spirito e nello Spirito possono chiamare Dio col nome di Padre e possono realizzare tutta l’esistenza nella dignità, nella grandezza di figli di Dio.
Oh, come dobbiamo invocarlo lo Spirito Santo, particolarmente in questa Pentecoste! Come dobbiamo invocarlo! Perchè, per averlo, bisogna invocarlo e costruirsi un’atmosfera da Cenacolo. È imitare Maria e gli apostoli, che erano nel silenzio e nella preghiera. Un’invocazione forte, un’invocazione convinta, un’invocazione che parta dal cuore che sente che, senza lo Spirito, nulla di valido è possibile. Anche “la creazione geme e soffre” (Rm 8, 22): ha bisogno della redenzione tutto l’universo. “Vieni, santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore!” Grande desiderio! Grande ansia! Grande senso di responsabilità! Invocarlo per noi, invocarlo per tutti, perché nella Chiesa tutti siano guidati e indirizzati. Tutti. Tutti siano partecipi della grande gioia di essere battezzati nello Spirito Santo. Grande grazia! Grande umiltà! L’umiltà è la persuasione della nostra miseria ed è la persuasione della sua grandezza. Invocarlo, chiamarlo, insistere. L’invocazione è ben definita nelle parole di Gesù: “Chi ha sete venga a me e beva” (Gv 7, 37). L’invocazione esprime la sete, esprime tutto il desiderio dello Spirito, tutto il desiderio del suo amore, della sua luce, della sua forza.
Seconda disposizione è perciò una disposizione di grande raccoglimento. È perché siamo troppo distratti, è perché i nostri centri d’interesse divergono dall’unico centro. Allora non si verificano le parole della Madonna: “Egli ha riempito coloro che provavano fame” (cfr. Lc 1, 53). Troppo le cose di questo mondo ci saziano e allora com’è difficile entrare in questa logica, che è logica di comunione. Entrare nella comunione con lo Spirito, entrare cioè in una preghiera profonda, viva, in una preghiera-ascolto, in una preghiera che riceve, in una preghiera che riceve per sé e per gli altri.
Ma il terzo mezzo è il più efficace: l’intercessione della Beata Vergine. A Lei dobbiamo ricorrere, a Lei dobbiamo andare, perché solo Lei, sposa dello Spirito Santo, ci può dare con la sua intercessione un cuore adatto. Lo Spirito Santo vuole che abbiamo un cuore simile a quello della Madonna, perché allora opera magnificamente la sua creazione. Invocazione e preghiera, devozione mariana ci diano il gusto della nostra totale comunicazione allo Spirito, perché i nostri cuori diventino simili al Cuore di Gesù.
Nella Pentecoste una consacrazione al Cuore di Gesù ha tanto significato, perché è lo Spirito Santo che ci unisce al Cuore di Gesù, che purifica l’anima nostra, che ci dona la fortezza dei propositi. Il gruppo che questa sera vuol fare nello Spirito Santo la sua adesione al Cuore di Gesù, ricordi sempre proprio questo: ricordi che in due linee bisogna progredire. Una linea di fede: io credo, voglio credere sempre di più (…) (si interrompe la registrazione) per camminare con decisione.
CODICE | 82EUN01366L |
LUOGO E DATA | Sant’ Ilario d’Enza, 29/05/1982 |
OCCASIONE | Omelia, Sabato VII settimana Tempo di Pasqua, Novena di Pentecoste – IX giorno – Consacrazione al Cuore di Gesù |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Le disposizioni per avere lo Spirito Santo |
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