25/12/1982 - Omelia Natale Messa Mezzanotte e ore 11

Sant'Ilario d'Enza, 25/12/1982
Omelie, Sabato Solennità del Santo Natale, Mezzanotte e Giorno ore 11

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Is 9, 1-3.5-6; Tt 2, 11-14; Lc 2, 1-14

OMELIa della notte di Natale

“Vi annuncio una grande gioia” (Lc 2, 10): questa parola dell’Angelo non si è perduta in quella notte, è risuonata di secolo in secolo fino a noi. E’ la gioia più vera, è la gioia più profonda, è la gioia di una certezza e di una speranza. Di una certezza: Dio infinito, il Creatore del cielo e della terra, non è assente, non è chiuso nella sua felicità, nel suo silenzio, è presente in mezzo agli uomini, li ama, li ama e vuole dare il senso vero alla loro vita.

Per questo è venuto, si è vestito della nostra carne, della nostra fragilità, è diventato un piccolo bambino perché imparassimo che sempre non ci dobbiamo lasciare spaventare dalle cose dure della vita, dalle cose senza senso, dalle cose che non possono dare in se stesse alcuna spiegazione. Gesù è venuto perché il nostro dolore abbia il suo significato: Lui ha sofferto.

Gesù è venuto perché la nostra speranza sia allora completa: la speranza della giustizia, la speranza della pace, la speranza del vero amore tra gli uomini. E’ venuto per insegnarci che è meglio dare che ricevere, che è meglio spartire il proprio pane, che è meglio condividere con gli altri le situazioni penose e difficili, che tutti gli uomini debbono formare un’unica famiglia, che gli uomini non devono catalogarsi di una categoria che sottometta l’altro. Gli uomini si devono sentire tutti fratelli.

Il Signore Gesù è venuto a insegnarci che non ci dobbiamo affogare nelle cose materiali, che la materia non spiega, non può spiegare quello che è il destino degli uomini, che la materia non è ragione di speranza.

Il Signore è venuto ad insegnarci che tutti noi siamo chiamati ad essere figli di Dio, ad essere come Lui, perché Lui ha voluto essere il primo, il primogenito tra molti fratelli. Lui non è venuto per dominare, ma per servire, per dare la sua vita, per insegnare agli uomini che sempre devono sentirsi in gara per fare meglio e per fare di più, per non chiudersi nelle angustie di liti e di miserie, ma devono andare oltre: saper perdonare per saper vivere, saper aiutare per edificarsi.

Tutti gli uomini devono trovare in Gesù Signore così la loro speranza, la speranza loro di giustizia, la speranza loro di amore. Tutti in Cristo devono trovare la profonda pace del cuore, perché è questa che l’uomo cerca e cerca da tutte le parti: la pace, la tranquillità. E Cristo dice: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e affaticati, e io vi ristorerò, perché il mio giogo è leggero” (cfr. Mt 11, 28-29).

Andiamo da Cristo, diventiamo buoni nel suo insegnamento e nel suo esempio, diventiamo buoni. Questa è la notte della bontà: diventiamo buoni, vogliamoci bene in Cristo, dimentichiamo le nostre divisioni, dimentichiamo le nostre rivalse. Diamoci a Cristo, perché Cristo ci unisce. Il nostro egoismo ci dividerebbe, il nostro orgoglio scaverebbe dei fossati.

Andiamo da Lui: solo in Cristo troviamo la ragione della vita e dell’eternità, la ragione dell’amore e delle pene che dobbiamo necessariamente soffrire. Andiamo da Cristo!

Ci accolga così in questa notte perché, fatti veri cristiani, possiamo esultare con tutti gli uomini di buona volontà.

E l’ augurio, che volentieri ci scambiamo, abbia questo significato: il significato di invocazione, di invocazione da Dio perché Dio dia a tutti quello che è il meglio, quello che è il vero senso della vita, dia a tutti la grazia di vivere in Lui e in Lui di aprire il cuore a tutti.

Is 52, 7-10; Eb 1, 1-6; Gv 1, 1-18

OMELIA del giorno di Natale ORE 11

La nostra gioia è tutta in queste parole: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; noi abbiamo visto la sua gloria” (cfr. Gv 1, 14). Gesù è venuto ed è il Figlio di Dio che è venuto ed è venuto per insegnarci, per darci delle certezze, per darci un vero amore. E’ venuto, è venuto Dio! Che cosa spetta all’uomo? Di ascoltare e di fare ciò che suggerisce e comanda la Sapienza infinita. Ascoltare, ubbidire: è tutto qui il segreto. Quando l’uomo ascolta se stesso, quando ascolta gli altri uomini che parlano nel loro orgoglio e nel loro egoismo, l’uomo inganna totalmente se stesso. E lì non c’è speranza, non c’è speranza perché l’uomo non salva l’ uomo, perché l’organizzazione degli uomini non salva gli uomini. La salvezza viene da Dio. E tutto lo sforzo dell’uomo, che ha accettato la Rivelazione, è proprio qui: nel mettere in pratica, nel tradurre giorno per giorno questa Parola adorabile di Dio, questa indicazione di salvezza. Preoccupati, ansiosi, frastornati da mille cose della materia, noi dimentichiamo questa Parola che è venuta tra di noi, noi dimentichiamo di incentrare tutta la nostra attenzione nel Figlio di Dio fatto uomo. E allora non c’è pace, e allora non c’è amore, e allora gli uomini non sanno che più o meno intensamente sopraffarsi; gli uomini non sanno che inventare delle cose per usare violenza e per manomettere i diritti anche più elementari degli altri.

Lo ricordiamo con forza: solo in Gesù c’è la vita e la salvezza.

Il Santo Padre ha indetto l’Anno Santo, che comincerà il 25 marzo e terminerà con la Pasqua dell’anno 84, un anno per convogliare con forza tutti in questa figura adorabile, perché tutti diventino discepoli di Gesù, perché il mondo sappia che solo in Gesù si possono trovare le giuste spiegazioni, solo in Gesù, solo in Lui! L’umanità ha sbattuto da una parte e dall’altra nei pensieri più stolti, nelle esperienze più negative: ha bisogno di trovare il Signore.

Ecco, tutti noi: guardare di più a Gesù, sentire di più Gesù, diventare veramente suoi ascoltatori attenti ed esecutori fedeli. Guardare a Lui.

Quest’anno, che noi stiamo svolgendo, l’Anno Eucaristico, ci suggerisce man mano questa centralità di Cristo, perché Lui non è lontano da noi, Lui é nell’Eucaristia. “Questo e il mio corpo, questo è il mio sangue” (*Mt 26, 26-28): c’è Lui, c’è Lui con il suo amore, c’è Lui con la sua provvidenza, c’è Lui con la adorabile fedeltà.

Ecco, andiamo a Gesù. Tutto per migliorare. Dobbiamo far crescere la nostra vita spirituale, diventare più buoni, diventare più generosi, diventare più fedeli, non accontentarci di un cristianesimo formale ed esteriore, ma volere assimilare sempre di più Gesù, il suo insegnamento, il suo amore.

Riempiamoci il cuore dell’amore di Gesù e risolveremo i nostri problemi personali, familiari, i nostri problemi sociali.

In Gesù e con Gesù sia tutto il nostro cammino.

CODICE 82NQO01320N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 25/12/1982
OCCASIONE Omelie, Sabato Solennità del Santo Natale, Mezzanotte e Giorno ore 11
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Dio con noi: la nostra gioia; Annuncio Anno Santo: centralità di Cristo
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