Is 9, 1-3. 5-6 (ebr); Tt 2, 11-14; Lc 2, 1-14
Ciò che avviene di Dio è eterno e possiamo ben ripetere perciò che oggi è nato il Salvatore, perché per ogni generazione degli uomini lui è nato, per ogni generazione degli uomini egli si è dato, per ogni generazione degli uomini egli ha insegnato. Dobbiamo accogliere questa notte tanto amore, tanta donazione, tanto insegnamento.
Il Natale di quest’anno deve essere particolarmente fervido, particolarmente impegnato. Poco fa il Santo Padre a Roma ha aperto la Porta Santa, si ha l’inizio dell’anno Santo 1975. Anno Santo vuol dire particolari grazie che la Chiesa concede, particolare invito agli uomini a rifare le loro strade, perché molte di queste strade sono sbagliate. La nostra civiltà, che si è proclamata autosufficiente, denuncia giorno per giorno di più quanto è terribile rifiutare Dio, rifiutare la sua legge, misconoscere il suo amore.
Vorrei che riflettessimo profondamente perché ognuno di noi è responsabile, ognuno di noi fa parte come una pietra di un edificio, ognuno ha il suo posto, ognuno deve avere la sua consistenza. Il male di tutti è il male di ognuno e il bene di uno è il bene di tutti.
Conversione e riconciliazione sono le parole programmatiche dell’Anno Santo. Ognuno di noi deve diventare migliore, ognuno di noi deve sforzarsi di appellarsi continuamente all’insegnamento di Betlemme, all’insegnamento dell’amore, della bontà, dell’onore a Dio; non un cristianesimo dunque fatto così in qualche maniera ma un cristianesimo autentico, ma una vita cristiana piena, ma una vita cristiana realizzata fino in fondo. E la pietra giusta è quella adatta per la costruzione.
Vogliamo perciò fare il nostro esame di coscienza, per celebrare un Natale che dia inizio ad un nostro miglioramento, perché siamo più buoni, perché siamo più comprensivi, perché siamo meno egoisti, perché siamo meno attaccati al denaro, perché siamo più impegnati nel fare delle opere di bene e di grazia. E perciò è in questa riconciliazione che si proclama proprio come via della pace. È il motto che è stato dato per la festa prossima della pace, è una via alla pace la riconciliazione, è qualche cosa che tutti gli uomini devono realizzare per trovarsi insieme e sentirsi insieme fratelli davanti a Dio. Oh, impegniamoci perché questo nostro Natale sia veramente fervido, perché questo nostro Natale sia veramente una scala di ascensione! Dobbiamo migliorare noi stessi, non tardiamo! Dobbiamo ordinare meglio la nostra vita, diventare più schiettamente e fortemente cristiani. Questo è l’invito del Natale, questo l’augurio che faccio a me e a tutti voi, l’augurio di migliorare noi stessi, l’augurio di essere più pronti e più buoni, di essere più generosi e più impegnati in tutto. E così, come diciamo ad ognuno, diciamo a noi come comunità parrocchiale. La Parrocchia è una famiglia, la Parrocchia si deve realizzare nella famiglia, la Parrocchia deve migliorare se stessa, la Parrocchia deve progredire per poter espletare sempre meglio il suo servizio. Questo 1975, che avremo davanti, parrocchialmente molte cose ci restano da fare. Se il Signore continuerà nel suo aiuto, se voi ancora, voi, ci aiutate, finiremo il nostro ricreatorio per i bambini, perché ricevano quegli insegnamenti della dottrina cristiana che sono così importanti, così fondamentali per la vita di un uomo.
Nel 1975 anche noi parrocchialmente andremo in pellegrinaggio, andremo in Settembre, andremo tutti insieme, vorremo a Roma prendere un motivo forte di unione tra di noi e di chiaro esempio, di chiara impostazione.
E poi non ci arriveremo, tutto così, come in un’improvvisata, la Parrocchia si preparerà, si preparerà con un’intensa vita liturgica, con un’intensa vita di carità. Vorremo capire sempre meglio quello che il Signore vuole da noi. Ecco perché come tappa importante, prima che si chiuda quest’anno, che è l’anno sociale 1975, noi vorremo che la Parrocchia si consacri al Cuore di Gesù. In giugno, nella festa del Sacro Cuore di Gesù, vorremo consacrare noi stessi, vorremo rinnovarci, vorremo dal Cuore del Signore apprendere il vero amore, che dobbiamo portare a Dio, e il vero amore che dobbiamo portare tra di noi.
Ecco, impegniamoci così. Questo sia il mio augurio, questa sia la grazia che ci concede, a tutti, il Signore: vivere nel suo amore, nella sua grazia, per vivere insieme bene e generosamente la nostra vita di parrocchiani, viverla insieme e insieme tendere a fare della nostra Parrocchia veramente la casa di nostro Signore.
CODICE | 74NQO01312N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 25/12/1974 |
OCCASIONE | Omelia, Mercoledì Solennità Santo Natale - Messa di mezzanotte |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Natale di riconciliazione, Anno Santo |
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