OMELIA DELLA NOTTE
Is 9, 1-3. 5-6; Tt 2, 11-14; Lc 2, 10-11
La festa del Natale è essenzialmente una festa di gioia, rompe la monotonia delle giornate e ci annuncia, con forza e con vigore, che Dio ci ama e che Dio un giorno si è fatto uomo per amore degli uomini. E’ sceso su questa terra per rimediare ai nostri tradimenti e ai nostri peccati, per dare un senso alla nostra vita, perché senza di lui, sì senza, non c'è nessuna soluzione e gli uomini nascono e muoiono, senza sapere il perché e soffrono e lottano e non sanno il perché. Il Signore, che aveva parlato tante volte per mezzo dei profeti, volle lui stesso parlare agli uomini e il suo Verbo, la sua Parola, scese in mezzo a noi. Noi questa notte ricordiamo questo fatto storico, un fatto storico che misteriosamente si ripete per la salvezza di tutti gli uomini. Dio ci manda la sua Parola per illuminarci, ci manda la sua Parola per guidarci, ci manda la sua Parola per dare veramente la gioia alla nostra vita, l'amore vero alla nostra esistenza. Oh, questa Parola di Dio! Questa santissima Parola, che dà alla nostra vita la gioia della sicurezza, che dà alla nostra vita e alla vita degli uomini la grazia e la verità. Noi vogliamo ascoltare questa Parola e il Bambino, che commemoriamo nato stanotte, quel Bambino ci rivolge la sua Parola e ci dice quello che vuole da noi. Dice che noi dobbiamo riconoscere in Dio il nostro Creatore e il nostro supremo Signore. Dice che chiudersi in un'autonomia sciocca è da pazzi. Noi dobbiamo mettere alla base della nostra vita l'osservanza dei comandamenti di Dio, alla base della vita della nostra società. La nostra società non può far senza i comandamenti del Signore, non può far senza! E ogni volta che se ne discosta, ogni volta cade in un profondo dolore e in una profonda angoscia. La nostra società sembra sgretolarsi in se stessa, sembra dissolversi. Quei valori, che la tenevano unita, sembrano eclissarsi, perché si dimenticano i comandamenti di Dio, si dimentica la soggezione che dobbiamo a lui, si dimentica quanto noi abbiamo bisogno di lui. Abbiamo bisogno di Dio, abbiamo bisogno della sua legge e del suo amore, abbiamo bisogno della sua tenerezza e della sua luce. Abbiamo bisogno di Dio! Ecco che cosa ci dice per primo Gesù Bambino: guardare in alto, riannodare i fili che si sono spezzati, ricordarsi che Dio è il primo, che Dio è tutto, che non si può fare senza Dio e che non si può mettere Dio neanche al secondo posto. Dio è il primo, Dio è l'assoluto, Dio è il grande, Dio è l'immenso. E allora, riconoscendoci tutti creature di Dio, chiamati ad essere suoi figli, riconoscendoci così in un'unica famiglia, ecco la pace tra di noi, ecco la nostra comprensione e il nostro lavoro insieme. Ci dobbiamo volere bene: è il messaggio di pace di questa notte. Ci dobbiamo volere bene tutti, dobbiamo rispettarci nelle idee, nei sentimenti e nelle scelte. Dobbiamo rispettare la libertà di ogni uomo e i diritti di ogni uomo. Lo dobbiamo, perché riconosciamo Dio al principio di tutto, Dio che ci comanda e ci dice: “Amatevi”. Dal presepio esce la parola: “Voi siete tutti figli di uno stesso Padre, sarete redenti tutti dal mio sangue”, dice Gesù. Tutti! E allora ognuno di noi deve riaccendere nel cuore questo amore, deve ricominciare daccapo spegnendo l'egoismo, perché l'egoismo è il grande male della nostra società. Tutti un po’ lo abbiamo, tutti un po’ lo ostentiamo, tutti un po’ lo mettiamo come ostacolo. Bisogna togliere l'egoismo, relazionare con cuore aperto, cercare sempre quello che unisce, prendere via quello che divide. Bontà, amore, generosità. Tutto nella fede, tutto secondo la fede. Sentiamoci dunque obbligati ad ascoltare questa Parola di Dio. In quest'anno la nostra Parrocchia vuole soprattutto meditare la Parola del Signore contenuta nella Bibbia, vuole stare in religioso ascolto di quello che dice il Signore. Tutti cerchiamo di prendere in mano quel libro, nel quale il Signore ha diffuso i suoi tesori, i suoi insegnamenti: la Bibbia. Amiamo la Bibbia, studiamo la Bibbia, cerchiamo sempre che ci sia la Bibbia tra di noi perché, se c'è tra di noi, c'è certamente anche l'armonia e la concordia. La Bibbia in ogni famiglia, la Bibbia oggetto di studio e di preghiera, norma sicura delle nostre azioni, guida per la nostra elevazione a Dio. Ecco, vogliamo questa notte, scambiandoci gli auguri, augurarci profondamente da cristiani il bene. Ci auguriamo la Parola di Dio compresa, amata e seguita. Auguriamoci la Parola di Dio, perché entri in tutte le nostre anime e cambi rapidamente, con forza, tutte le nostre relazioni.
OMELIA MESSA DEL GIORNO ore 11
Is 52, 7-10; Ebr 1, 1-6; Gv 1, 1-18
Il giorno di Natale è giorno di bontà e ci scambiamo un augurio di bontà. Corrono molti auguri, noi non possiamo avere che un unico augurio, l'augurio che Gesù entri in ogni cuore. Noi auguriamo a ciascuno Gesù vivo e operante nella vita, Gesù che è segno e misura di tutto perché, quando ricordiamo che Gesù è nato, ricordiamo che Dio è venuto in questo mondo. Dio! Lo abbiamo letto nel testo del Vangelo: “Era la luce vera, venne nel mondo, il mondo è pieno di tenebre, ma a quelli che l'hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio, perché è pieno di grazia e di verità” (cfr Gv1,4. 12) Noi dunque non possiamo fare un Natale esteriore di convenienza e di cordialità unicamente. Noi dobbiamo fare un Natale che ci unisca strettamente alla divinità di Gesù Cristo. Noi dobbiamo, come dice l'apostolo, “rivestirci di Cristo” (cfr. Rm 13-14); allora, per rivestirsi di Cristo, bisogna che abbandoniamo il nostro egoismo, le nostre cattive idee, i nostri sentimenti errati. Rivestirci di Cristo vuol dire prenderlo come norma di ogni cosa. Lui non ha detto delle verità, ma è la Verità. Non c'è verità, quando va contro di lui. Tutto quello che si dice contro di lui è allora una menzogna. Non c'è amore fuori di lui e tutto quello che è amore sa di lui in una maniera più o meno diretta, perché tutto l'amore vero discende da Dio. Tutto quello che va contro l'amore ed è odio, non viene da lui, viene dal nostro cuore cattivo, dalla nostra cattiva abitudine ma lui, il Signore, ha compassione di ogni uomo, vuole salvare tutti, ma lui vuol dire una parola di speranza ad ogni anima. Lui non rifiuta nessuno, per lui nessuno è indifferente, ama tutti, comprende tutti, è pronto a dare a tutti. Come facilmente siamo avviliti e sazi di tutte le cose di questo mondo! Ne abbiamo abbastanza, quando le cose di questo mondo non riempiono il nostro cuore, quando le cose di questo mondo si dimostrano così illusorie. Abbiamo bisogno di lui, ne abbiamo bisogno ogni momento, ne abbiamo bisogno per il nostro cuore e per la nostra società. Ne abbiamo bisogno, perché lui sia veramente quel segno di divisione, che è la divisione della salvezza. Non si può scendere a patti col male, non si può scendere a patti col peccato, non si può essere contenti di una vita mediocre con qualche segno di religiosità. Abbiamo bisogno di lui come lievito, di lui come forza, di lui come speranza. Abbiamo bisogno di lui, solo di lui e tutto si risolverebbe, se gli uomini s’inginocchiassero tutti davanti al presepio, se tutti gli uomini sapessero che la pace e la gioia possono venire solo da lui. Il nostro cuore è inquieto e ogni giorno troviamo tante ragioni d'amarezza, ma siamo inquieti perché ci manca lui, ci manca lui conosciuto, ci manca lui posseduto, ci manca lui tradotto nella nostra vita. Un cristiano deve tradurre Cristo, altrimenti è un cristiano fallito, non ha senso la sua vita. Tutti noi siamo peccatori, ma tutti dobbiamo anelare a questo: a vivere di Cristo, a presentare Cristo gli altri, ad avere tutti i nostri desideri in lui. La sua Parola è la sua Parola di amore e di verità. La sua Parola! Oh, viviamo questa Parola! Il Signore ce la dà ogni giorno. Veneriamo sempre di più un libro, che contiene tutta la sua Parola d'amore, che contiene la risoluzione di tutti i nostri problemi: la Bibbia. Cerchiamo di essere bene attenti a capirla, a volerla, volerla tradotta, volerla significata nella nostra esistenza. Stiamo uniti al Signore. Oggi, Natale, auguriamo il bene a tutti: lo auguriamo ai sofferenti, lo auguriamo a coloro che mancano del necessario, lo auguriamo a quelli che si sono tuffati nelle cose del mondo, nei piaceri delle passioni per avere una stilla di felicità. Noi auguriamo la loro conversione, noi auguriamo che possano ritornare a quei sentimenti di bene e di fede, che solo la vita cristiana può produrre. Auguriamo la felicità, perché auguriamo Gesù. Auguriamo tutto il bene, perché auguriamo che Betlemme abbia per tutti una strada, che conduca la nostra anima e la nostra società vicine a Gesù, nel suo cuore, nel suo amore di redentore, nella sua carità che lo porterà fin sulla croce. Cristo è nato per amore, si è acceso a Betlemme un gran fuoco d'amore! Poveri noi, se vogliamo restare nel gelo del nostro egoismo che ci divide, che ci fa cattivi, che ci fa molto infelici.
CODICE | 77NQO01320N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 25/12/1977 |
OCCASIONE | Omelia, Domenica Santo Natale, Messa di mezzanotte e delle ore 11 |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Natale: la Parola scende tra noi, la Bibbia |
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