Is 9, 1-3. 5-6; Tt 2, 11-14; Lc 2, 1-14
MEZZANOTTE
Il Natale è sempre una grande festa di gioia e non è mosso solo il sentimento, è mosso tutto l’uomo, perché finalmente nella capanna di Betlemme l’umanità ha saputo che Dio è amore. Prima Dio aveva, per mezzo dei profeti, parlato con amore e con provvidenza, ma l’umanità aveva bisogno di vedere e di toccare e a Betlemme gli uomini hanno visto il loro Dio, che per amore si è fatto un bambino, lo hanno potuto sentire piangere, hanno potuto toccarlo, hanno potuto sincerarsi fino in fondo che, se Dio piangeva, che se Dio soffriva, doveva amare in una maniera assolutamente inimmaginabile questi poveri uomini. Tutti li ama Dio, perché Cristo è nato per tutti. Tutti li ama, tutti! Anche quelli più cattivi, anche quelli traditori, anche quelli che non vogliono fare nulla per rendersi amabili. Il Signore ama tutti e comanda a tutti di amare. Comanda a tutti, nessun uomo può per qualsiasi motivo odiare il proprio fratello. Nessun uomo può adoperare come strumento il proprio fratello. Nessun uomo può elevarsi sopra il proprio fratello. Tutti voi siete figli di Dio, tutti voi dovete essere amici, tutti voi. È la parola che esce da Betlemme ed è qui il culmine della gioia. Dio ci ama e ci dice che è precetto il volerci bene, è comando, che il volerci bene esaurisce tutta quella che è la richiesta da parte di Dio. Il suo giudizio sarà unicamente su questo: “Avete amato?”.
Ecco come dobbiamo profondamente rallegrarci e sentire che non è giusto approfittare di questo amore, che non è leale fuggire da questo amore, che ci dobbiamo lasciare afferrare dall’amore di Cristo e dobbiamo essere con Lui una sola cosa.
Nella grotta di Betlemme abbiamo saputo che il Padre ci ama, perché ci dona il suo Figlio, il suo unico Figlio. Abbiamo saputo che il Figlio ci ama, e guardiamo a quel Cuore che batte per noi, a quel Cuore, il Cuore di Gesù, che pulsa unicamente per salvarci e darà tutta la sua vita. Ora dà il disagio, il freddo, l’umiliazione, questo annientamento, domani darà la croce e la morte.
Abbiamo saputo che lo Spirito Santo ci ama, perché è stato Lui che ha operato il miracolo nel grembo santo della Vergine Maria. È lui e ci promette che, per mezzo della resurrezione di Gesù, sarà diffuso in tutti i nostri cuori. Lasciamoci allora coinvolgere da questo amore e preghiamo per essere degni di quanto ci dona il Signore. Preghiamo perché tutti gli uomini si vogliano bene, perché cessino le ingiustizie e le oppressioni, perché in tutto il mondo regni la pace. Preghiamo per sapere noi stessi corrispondere al piano meraviglioso del Signore, perché noi stessi ci rendiamo degni di quanto Lui ci domanda. Preghiamo per vivere bene l’atmosfera di carità e di fede che deve regnare nella nostra Parrocchia. Ognuno si senta chiamato personalmente a collaborare, perché nella santa Chiesa di Dio tutti dobbiamo essere solidali, volerci bene e aiutarci. Nella nostra Parrocchia cerchiamo di fare quanto ci è possibile, ma abbiamo bisogno di tutti. Abbiamo bisogno dell’affetto, della comprensione, abbiamo bisogno dell’aiuto anche materiale. Stiamo edificando la scuola materna, che è grande opera buona, domanda l’aiuto di tutti. Insomma, sentiamo veramente che il Signore è con noi e vuole che facciamo dei frutti degni di questo amore e lo prometteremo al Signore di essere migliori, di essere coerenti col nostro cristianesimo e di essere forti, forti di quella fortezza che il Signore ci ha partecipato nella grotta, che ci ha partecipato sulla croce, che ci ha partecipato nella resurrezione.
Is 52, 7-10; Eb 1, 1-6; Gv 1, 1-18
ORE 11
La gioia che prorompe dalla festa del Natale ha il suo fondamento qui, proprio in queste parole: “A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1, 12). La storia senza Gesù: la storia di poveri uomini in preda a delle forze superiori alle loro, uomini posti così nell’angoscia della morte, nella solitudine, nella ricerca disperata di una felicità che non si ottiene. E gli uomini con Gesù: gli uomini con Gesù sanno che hanno ricevuto un dono meraviglioso, il dono di essere, di diventare figli di Dio. Per mezzo del Battesimo sono saliti a una dignità altissima, sono figli, figli in senso proprio, vero, sono “generati da Dio” (Gv 1, 13), non solo creati, sono generati e sanno che, alzando gli occhi al cielo, c’è un Padre, un meraviglioso Padre che si preoccupa di tutto, che non lascia passare nulla, che tutto conduce in bene.
Sanno che è sempre con loro, è sempre! Non c’è più solitudine! Sanno che anche la morte non fa più paura, perché è l’incontro con il Padre delle misericordie. Sostanzialmente il Natale vuol dire tutto questo.
Vuol dire allora la certezza che ci ha portato il Signore, la certezza che rende la vita degna e sicura, che rende la vita limpida e forte. Io vorrei che tutti noi meditassimo molto su quello che abbiamo ricevuto nel Battesimo e che sapessimo vivere in profondità da autentici cristiani, perché la chiamata è proprio la chiamata della verità. Ha portato la “verità” (Gv 1, 14), abbiamo letto, e la verità sta proprio in una coscienza vera e responsabile: non dei cristiani in qualche maniera, non adattando il Vangelo alle nostre idee, alle nostre consuetudini, ai nostri interessi. Non è il Vangelo che si deve adattare a noi, siamo noi che dobbiamo ricalcare le orme di Gesù. Ed è così che ognuno di noi deve rivedere le proprie condizioni spirituali, per volere in questa festa fare di più e di meglio. La nostra vita cristiana deve essere ordinata, generosa, in progresso ed è questo progresso che vogliamo, che cerchiamo in tutti i modi.
Io penso tante volte che basterebbe incontrarsi, così, col Signore nella fede e tutti i nostri problemi riceverebbero la loro soluzione. Se ci dibattiamo ci manca l’incontro, l’incontro col Bambino di Betlemme, l’incontro con Gesù. Vogliamo invocare da Lui la pace per tutto il mondo, la pace nel nostro cuore, la pace e la santità delle nostre famiglie. Noi invochiamo la grazia del Signore sulla nostra Parrocchia, perché sia degna della vocazione, che le ha dato il Signore, di essere veramente Chiesa. Preghiamo per la nostra Parrocchia, sentiamo che quando ci riuniamo è nell’ordine di una festa di famiglia, che noi dobbiamo apprezzare e gustare. L’anno scorso per Natale vi dicevo il progetto della Scuola Materna, quest’anno vi dico: - Progredisce la costruzione, ma non state assenti, sentitela come cosa di tutti, aiutatela, perché possa verificarsi anche questo passo nella nostra testimonianza cristiana. Così portate dall’altare nelle vostre famiglie il senso di Cristo, portate quella profondità di fede che sarà per tutti la luce, di cui parla la Liturgia di oggi.
Il Natale è festa di luce, luce per tutti, bontà per tutti, amabilità per tutti, comprensione per tutti.
CODICE | 81NQO01320N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 25/12/1981 |
OCCASIONE | Omelia, Venerdì Solennità del Santo Natale, mezzanotte e ore 11 |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Natale |
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