25/12/1988 - Omelia Natale Mezzanotte e ore 11

Sant’Ilario d’Enza, 25/12/1988
Omelia, Natale del Signore – Messa della Notte e Messa del Giorno

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Messa della Notte

Is 9,1-3. 5-6; Tt 2, 11-14; Lc 2, 1-14

Erano fitte le tenebre, c’era un gran silenzio; all’improvviso una luce, una voce di angeli, un annuncio: “È nato il Salvatore!”.

Tutti i particolari sono stati scelti dal Signore e sono particolari che ci istruiscono sulla lezione che dobbiamo imparare, perchè il Presepio è una cattedra dalla quale vibra una luce, un indirizzo, una forma grande di ammaestramento.

La nostra esultanza nella notte di Natale è significata proprio da questa luce e da questa voce.

Nel Signore Gesù l’umanità ha una vera e profonda luce, ha la certezza, ha la sicurezza della vita. E il dolore, che colpisce nella vita, di fronte al quale si dice: “Perchè? Perchè proprio me?” e la morte (perché?) e l’ingiustizia (perchè?), nel Presepio trovano risposta.

Nel Presepio nasce la risposta, l’unica risposta possibile, l’unica luce per l’umanità. Vogliamo inginocchiarci al Presepio e dire a Gesù il nostro «grazie!» perchè – lo sappiamo – è venuto per darci ogni bene; è venuto per darci la strada del paradiso, perchè la vita non risultasse inutile, perchè la vita non fosse senza una risposta. È venuto per noi! È venuto per amore nostro; è venuto per darci quella speranza di cui l’uomo si nutre e di cui ha bisogno. Come per i polmoni ci vuole l’ossigeno, così per l’anima ci vuole la sua parola, la parola di Gesù.

E, allora, come passiamo bene il Natale? Lo passiamo bene proponendoci di essere dei veri discepoli di Gesù, dei veri seguaci, di rispondere con le nostre parole – la preghiera –, di rispondere con le nostre opere – le virtù –, di rispondere e di aiutare quelli che sembrano sordi a questa parola, ciechi a questa luce.

Valorizzare la nostra vita, diventare più logici. Se crediamo, dobbiamo prendere tutte le conseguenze; se crediamo – e dobbiamo credere, perchè le prove sono molto evidenti! –, se crediamo, doniamo il nostro cuore al Signore, doniamogli la nostra anima, doniamogli la nostra obbedienza, doniamogli le nostre famiglie in questo mondo dissacrato, in questo mondo travagliato.

Portiamo Gesù, portiamo a tutti Gesù, siamo logici e chiari nella condotta della nostra vita, siamo dei veri cristiani – veri! –, non dei falsi cristiani, veri: veri nella carità, veri nella bontà, veri nella comprensione degli altri, veri nella professione sincera della fede; dei veri cristiani.

Diciamo stasera a Gesù Bambino: “Signore, ti ringrazio; sei venuto per me. Ebbene, io vengo a Te. Ti consegno tutta la mia anima, tutta la mia esistenza; ti consegno tutto il mio fare e il mio agitarmi; ti consegno tutto perchè Tu benedica la mia vita e Tu mi faccia degno di essere un giorno con Te, a ripetere insieme con gli angeli: «Gloria a Dio»”. Dimensione verticale.

E dimensione orizzontale: “Signore, io voglio vedere in ogni uomo il tuo volto, vedere la tua bontà, la tua misericordia ed essere generoso e aperto a tutti. Così, Signore!”.

Auguriamo a tutti questa sapienza del Presepio, questa consolazione, questa serenità.

Lo auguriamo a tutti, perchè tutti gli uomini si sentano figli del Padre Celeste e fratelli fra di loro.

Messa del Giorno

Is 52,7-10; Eb 1,1-6; Gv 1,1-18.

“Il Verbo si è fatto carne”. A Betlemme è Dio stesso che viene in mezzo all’umanità, è Dio stesso che porta la potenza del suo nome, la realtà della sua azione. Una meraviglia di salvezza!

L’Angelo dice infatti: “È nato il Salvatore!”. Gesù è venuto a redimerci. A redimerci da che cosa? Dalle nostre schiavitù, dai nostri peccati, dai nostri tradimenti perchè ogni uomo di buona volontà possa adempiere la legge di Dio e salvarsi. Non ci si salva senza osservare tutta la legge di Dio, tutta! Una legge che è salvezza, che è amore, che è dono.

Dio ci ha dato la sua legge non per suo profitto, ma per la nostra pace, per la nostra felicità.

Il Signore è potente e nessun uomo può dire: “Non riesco!”. Se sta unito a Lui, se sta in dipendenza da Lui, ogni uomo può salvarsi, ogni uomo può riscattarsi, ogni uomo può essere tutto di Dio, ed essendo tutto di Dio, può diventare meraviglioso nel bene e aperto alla carità verso tutti.

Dobbiamo celebrare il Natale nella sua vera realtà: il Natale è la libertà che ci ha portato Gesù, è il suo amore, è il suo dono.

Noi non possiamo diminuire in niente il suo potere. Anche quelli che si ribellano a Lui sono ai suoi piedi ed Egli li vuole salvare ed Egli li vuole beneficare, perchè è amore.

Cerchiamo di capire bene questa parola: la natura di Dio è essere amore, ed essere amore di misericordia, di bontà, di comprensione.

Il Natale allora ci ripete che dobbiamo migliorare noi stessi stando nella luce di Betlemme, perchè a Betlemme la luce è diventata la vita, la vita per il nostro riscatto, per la nostra elevazione, per il nostro progresso.

La pace l’ha portata Lui: “Pace in terra agli uomini di buona volontà”. La pace del cuore, la pace di ognuno, la pace delle famiglie (la famiglia che si lascia condurre dalla misericordia di Dio), pace nella società, pace in tutto il mondo, proprio in questa accettazione della sua Legge, del suo mistero di amore.

Gesù è proprio «mistero», cioè azione profonda di Dio. È venuto perchè l’umanità era smarrita e non aveva speranza. Lui è la nostra speranza, – viva! –, perchè la sua nascita non è semplicemente un fatto storico, è un avvenimento di oggi, come dice la liturgia: “Oggi Cristo è nato”.

Oggi, cioè anche per noi è aperta la porta, tutta la porta. È aperta, perchè noi entriamo nella sua grazia, nel suo dono, nella sua misericordia.

E l’augurio che facciamo a tutti è proprio questo: realizzare la pace osservando la legge di Dio, vincendo i nostri peccati, abbandonando i nostri difetti e cercando di essere buoni, comprensivi, generosi verso tutti.

CODICE 88NQO01320N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 25/12/1988
OCCASIONE Omelia, Natale del Signore – Messa della Notte e Messa del Giorno
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La lezione del Presepio; la potenza della Redenzione
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