25/12/1976 - Omelia Natale Mezzanotte e ore 8.30

Sant'Ilario d'Enza, 25/12/1976
Omelia, Sabato Solennità Santo Natale, Messa di mezzanotte e ore 8, 30

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Is 9, 1-3. 5-6; Tt 2, 11-14;Lc 2, 1-14

OMELIA Messa di mezzanotte

La nostra gioia natalizia è incontenibile, è una grande magnifica gioia, una gioia che si rinnova tutti gli anni, una gioia che è perenne. Il Signore è con noi e chi può essere contro di noi? Il Signore è con noi. La sua nascita ci ricorda il suo grande misericordioso amore, ci ricorda il suo dono ineffabile: Dio ci ha così amato che è venuto tra noi e si è fatto bambino. Betlemme è il centro del mondo, Betlemme è il luogo dove Dio, l’Infinito, ha preso le spoglie umane, è diventano un bambino, dove l’Onnipotenza è diventata debolezza, dove la Sapienza è ammutolita, dove l’Infinita Ricchezza è diventata povertà. Il Signore è venuto in mezzo a noi, è venuto per amore, è venuto per tracciare la strada, perché gli uomini capiscano dov’è la vera vita, dov’è il vero senso della vita, dov’è la vera ricchezza. Agli uomini ubriachi di potere, bramosi di ricchezze, agli uomini avidi e perciò invidiosi, avidi e perciò violenti, il Signore offre la sua pace allora come adesso, allora come nella tragedia del mondo, anche ora che la tragedia del mondo non si è mitigata, che ha assunto dei confini che non sono più quei confini di allora, ma sono confini ancora più vasti. Tutto il mondo è in trepidazione, tutto il mondo è in angoscia, tutto il mondo è in tormento perché non vuole lui, non ha ricevuto lui, perché per lui non c’era posto nell’albergo, l’albergo degli uomini, le tane degli uomini, dove gli uomini diventano sempre più egoisti, dove gli uomini vogliono fare sempre di più e si credono di essere i padroni dell’universo e sono solo un soffio, che presto scompare. Oh, sì! Sentiamo la potenza del Cristo, sentiamo l’imprescindibile presenza del Cristo, sentiamo come con Cristo si risolve tutto e senza Cristo nessuna legge, nessun sistema, nessuna invenzione degli uomini può bastare. Gli uomini inventano per distruggersi, gli uomini inventano ordigni di morte. E il Signore parla di vita, dona la vita, distribuisce la vita. Come dobbiamo unirci a lui! Come dobbiamo amarlo! Come dobbiamo veramente capire che in Cristo è tutta la nostra speranza, è tutta la nostra fierezza, è tutta la nostra gioia!

Dobbiamo diventare più cristiani, perché ognuno di noi deve essere un’abitazione di Dio. Dobbiamo diventare più cristiani perché la società è fatta di uomini e solo nel rinnovare le coscienze si rinnova il mondo. Diventiamo più cristiani! Più buoni! Più amorevoli! Più comprensivi degli altri! Guardiamo di tenere nel nostro cuore sentimenti di pace, sentimenti di distacco dai beni della terra. Cristo è tra noi. Oh sì, lo sappiamo, da quel momento Cristo non ci ha più lasciato, è restato tra noi nella sua vita mortale e ha voluto continuare ad abitare tra noi nell’Eucarestia. Nell’Eucarestia troviamo ancora il Signore col suo corpo, vivo, reale. In ogni Messa si rinnova il miracolo: Cristo è con noi, Cristo nato per noi. Ecco perché l’Eucarestia, la Messa è il punto focale dal quale si parte tutta l’energia nella Chiesa. Dobbiamo amare molto l’Eucarestia, perché nell’Eucarestia troviamo la forza del Signore, la grazia del Signore, l’amore del Signore. Amiamo l’Eucarestia e uniamoci sempre di più a lei. Quest’anno, che abbiamo terminato l’anno dedicato alla Madonna, vogliamo inaugurare un anno dedicato all’Eucarestia, proprio perché in questa santa notte sentiamo che Cristo deve essere sempre tra noi, deve essere accolto sempre così come è stato accolto dai pastori a Betlemme. All’Eucarestia dobbiamo fare centro, dall’Eucarestia dobbiamo partire, l’Eucarestia è la nostra forza. Vogliamo dedicare tutto quest’anno nella nostra Parrocchia, in concomitanza col Congresso Nazionale Eucaristico che si terrà a Pescara, vogliamo veramente crescere e parrocchialmente e individualmente in questo amore all’Eucarestia. Vogliamo che Betlemme sia veramente, continuamente presente in mezzo a noi. Vogliamo che Betlemme irraggi sempre la sua luce su tutti noi. Abbiamo bisogno di sentirlo il Signore, di sentirlo con la nostra fede, di sentirlo con il nostro amore e di portarlo a tutti i nostri fratelli. Anche noi in primavera vorremo culminare il nostro anno Eucaristico con un Congresso parrocchiale. Lo vogliamo studiare Gesù Eucarestia, lo vogliamo moltiplicare nelle anime attraverso le Comunioni, vogliamo sia oggetto di adorazione per tutti noi. Vogliamo veramente che tutta la nostra Parrocchia formi un coro attorno all’ostensorio, sia un inno continuo alla sua pace e al suo amore. Quindi proponiamoci di essere ben ferventi perché la Betlemme “casa del pane” sia veramente tutta la nostra Parrocchia, una Parrocchia “casa del pane”, del pane Eucaristico, perché Gesù Bambino sia sempre tra di noi, Gesù immolato sia sempre per noi, Gesù risorto sia veramente la sorgente di tutta la nostra forza. Il Signore ci conceda di fare bene quest’anno, come abbiamo potuto fare bene lo scorso anno, stringendoci a Maria. Per Maria a Gesù. È proprio Maria che conduce e ci dà Gesù. È proprio Maria che ci dà il Bambino a Betlemme, che lo dona ancora quotidianamente a noi. Valga così la nostra devozione a farci crescere nella nostra vita cristiana, a moltiplicare il fervore delle nostra opere, ad essere più assidui alla Messa domenicale, più partecipi alla Liturgia, più forti in ogni momento.

OMELIA Messa ore 8, 30

La luce e la gioia di questo giorno rendono pieno il nostro animo. Gioia perché è luce, luce perché è salvezza, luce perché Cristo Signore è venuto in mezzo a noi per risolvere tutti i nostri problemi, per guarire tutti i nostri mali, per renderci buoni della vera bontà, perché noi sappiamo in lui vincere l’egoismo, vincere l’orgoglio, vincere la sensualità, che ci tengono attaccati alla terra, che ci tengono schiavi delle nostre passioni. Quando diciamo che Cristo è la luce diciamo tutto, diciamo che la luce è gioia perché la luce ci fa vedere, perché la luce risolve i problemi di coloro che sono nelle tenebre, di coloro che gemono sotto il peso dei loro peccati. Oh sì, noi ci prostriamo con tutto il cuore davanti al presepio. L’umiltà del presepio non è solo qualche cosa che tocca la nostra emotività, non è solo qualche cosa che entra nelle nostre tradizioni. Il presepio è il fatto sempre nuovo e sempre vecchio di una grande realtà: la realtà che Dio si è fatto uno di noi, che Dio è diventato un uomo, per insegnarci ad essere uomini, per insegnarci a guardare oltre lo stretto limite di questa vita. Dio si è fatto uomo. In Gesù noi riconosciamo la divinità, in Gesù noi riconosciamo la regalità, in Gesù noi riconosciamo l’esempio totale della bontà e dalla sua bontà vogliamo prendere, da questa bontà che ha separato la distanza che era tra cielo e terra, questa bontà per la quale lui si è confuso con i peccatori, questa bontà per la quale lui morirà per i peccatori. E allora sentiamo un sentimento forte nel nostro animo, il sentimento dell’amore, il sentimento della riconoscenza, il sentimento di coloro che imparano, che vogliono vivere insieme di questa realtà meravigliosa che ci ha portato, vogliono vivere insieme e noi auspichiamo che tutti gli uomini dalla grotta di Betlemme apprendano le leggi che guidano la bontà. Siamo buoni! Sempre più buoni! Tanto buoni! Non temiamo di esagerare nella bontà, non temiamo di essere troppo arrendevoli. La bontà ha una forza in sé stessa che è la forza di Cristo, la bontà vince sempre. Il mondo ha bisogno di questa bontà, una bontà che non è frutto di sentimento, è frutto di convinzione, è apprendere la lezione che ci ha dato Gesù. Siamo buoni! Tutti i giorni! In tutte le circostanze del giorno! Con quelli che ci sono simpatici e con quelli che ci sono antipatici! Siamo buoni! Sempre buoni! In tutto buoni! Abbiamo bisogno di bontà. L’unica realtà che possiamo creare su questa terra è questa bontà cristiana, è questa bontà di fervore, è questa bontà che attingiamo alla preghiera, che attingiamo alla fede, che attingiamo al Cuore stesso di Cristo, perché Cristo è nato per restare sempre in mezzo a noi e nell’Eucarestia noi lo abbiamo sempre presente, meravigliosamente presente. Con questo giorno di Natale noi riaffermiamo la nostra volontà di stringerci a lui, di ritrovarlo sempre vivo e vero nel sacramento dell’Eucarestia, noi ci proponiamo di essere fedeli all’Eucarestia. E facendo questo anno Eucaristico, che abbiamo inaugurato questa notte, tutta la nostra Parrocchia sentirà come Betlemme è con noi, Betlemme non ci lascia, Betlemme è la risoluzione di tutto, Betlemme è la sorgente di ogni bontà, perché Betlemme è Gesù, perché Betlemme è Gesù nella Messa, è Gesù presente nel tabernacolo. Prendiamo dunque molto fervore, perché la nostra vita cristiana riesca sempre più forte e più vera e la nostra vita pastorale cresca sempre di più, la nostra vita pastorale che vuole essere unione di cuori, unione di anime, tutte insieme con Gesù, tutte insieme in Gesù, tutte insieme per Gesù. E questa nostra spinta di grazia la vogliamo realizzare proprio fino a salire ogni giorno, fino a salire in ogni tappa di questo anno liturgico, fino al Congresso Eucaristico parrocchiale di primavera, fino a che tutte le nostre anime siano veramente unite in Cristo. Ci dobbiamo amare tutti, ci dobbiamo amare di qualunque pensiero, di qualunque opinione, dobbiamo amarci, ma amarci non in un sentimento illusorio, amarci veramente come ci ha amato Cristo, perché Cristo ci ha amati. Sarà questo il dolce annuncio del Natale: diventare più buoni, diventare migliori, aiutarci in tutto, sempre, volentieri.

CODICE 76NQO01320N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 25/12/1976
OCCASIONE Omelia, Sabato Solennità Santo Natale, Messa di mezzanotte e ore 8, 30
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Natale: la bontà di Cristo, inizio Anno Eucaristico
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