15/04/1979 - Omelia Notte Pasqua Battesimo

Sant’Ilario d’Enza, 15/04/1979
Omelia, Notte Pasqua, Battesimo

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Rm 6,3-11; Mc 16,1-8

Prorompe la grande gioia pasquale, la grande sicurezza che ci dona la Pasqua. Non è un fatto sentimentale. È un fatto profondo di fede. Cristo è veramente resuscitato. Cristo è risuscitato e ha vinto la morte e ha vinto il peccato e ha vinto la potenza delle tenebre. La sua vittoria ce l’ha comunicata. È nostra. È in questo senso di fede che comprendiamo come allora la nostra vita ha il suo vero senso, ha la sua vera destinazione. Comprendiamo l’enigma della vita che, se la vita troppe volte è dolore, è lotta, è tentazione, la vita in Cristo può superare tutto e dare all’uomo un significato, e un significato ancora alla società degli uomini. Noi guardiamo a Cristo, guardiamo a Lui come alla nostra speranza. Il Signore ci ha donato la sua morte, il Signore ci ha donato la sua risurrezione. Il Signore ci guida. Noi ricordiamo le sue parole: “Padre, io voglio che dove sono io vengano anche loro”. Anche loro. Ci siamo anche noi. Ci siamo anche noi nei nostri problemi, nelle nostre difficoltà, nelle nostre inquietitudini. Noi che crediamo in Lui abbiamo la soave certezza che tutto Lui trasformerà. E allora sì, ci auguriamo in pieno l’augurio pasquale, l’augurio di vivere di Cristo, l’augurio di superare tutto in Cristo, l’augurio di pace e di serenità per tutti gli uomini. Ci scambiamo l’augurio e il nostro non è un vano desiderio perché è la preghiera deposta nel cuore del Cristo Signore, del Cristo trionfatore. Resta il nostro impegno a vivere da battezzati, a vivere veramente le conseguenze piene del nostro battesimo. E questo un battesimo questa notte ce lo indica. Ci indica che possiamo partecipare di Cristo se, inseriti in Lui, inseriti nel suo Corpo Mistico, noi sappiamo vivere la nostra responsabilità, se sappiamo essere coerentemente, generosamente cristiani, se sappiamo rifiutare il male, se sappiamo vincere l’egoismo, se sappiamo essere umili e buoni, se sappiamo comprendere il nostro prossimo, se sappiamo giorno per giorno, donare la nostra attività e il nostro lavoro per il bene di tutti. Essere cristiani è un onore, ma è anche un impegno grande. Non possiamo logicamente partecipare all’onore se non partecipiamo alla fatica. Perciò l’impegno nostro di Pasqua è un rinnovarci, rinnovarci dalle stanchezze, rinnovarci dalle disillusioni, rinnovarci dalle amarezze, acquistare, come dice la liturgia, uno spirito nuovo e un cuore nuovo. Ogni uomo deve essere nella Pasqua cambiato. Ogni uomo deve essere nella Pasqua veramente trasformato. C’è la grazia di Cristo risorto che si incontra con la buona volontà. C’è la grazia sua che ci indica il cammino, ce lo indica con pienezza. Ci dobbiamo dunque richiamare al nostro battesimo insistentemente. E, partecipando al battesimo di una nuova creatura, sentiamo come sia forte il richiamo, sia insistente la voce del Signore che ci dice: “Ricorda, sei battezzato. Vivi di Cristo. Vivi come Cristo”. E ciò che noi auguriamo alla creatura che stiamo per battezzare è che sia veramente del Signore, che cresca nella genuina verità cristiana, che sappia superare tutte le difficoltà nell’aiuto che Cristo le darà per mezzo della Vergine. Ecco, noi in questo augurio mettiamo la nostra vera proposizione, che è proposizione di impegno e di sforzo. Noi auguriamo alla battezzata che sia veramente un fiore che il Signore faccia crescere, ma non dimentichiamo che noi che siamo già avanti dobbiamo essere un albero che fruttifica, come dice il Salmo, perché posto lungo un corso mirabile d’acqua.

CODICE 79DEO01360N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 15/04/1979
OCCASIONE Omelia, Notte Pasqua, Battesimo
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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