14/04/1974 - Omelia Pasqua Mezzanotte Battesimo ore 8.30 e ore 11

Sant'Ilario d'Enza, 14/04/1974
Omelia, Santa Pasqua - Anno C - Messa Notte Battesimo , ore 8. 30, ore 11

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Rm 6, 3-11; Lc 24, 1-12

Messa della notte

Cristo resta in croce fino alla fine dei tempi, ma allo stesso tempo Cristo trionfa di più e Cristo trionfa proprio attraverso coloro che poveri, che infermi, che non confidando in se stessi si rimettono tutti a Lui.

Cristo trionfa e la sua Chiesa non sarà mai distrutta, la sua Chiesa trionferà sempre, la sua Chiesa grande, magnifica, meravigliosa, meravigliosa nei martiri di ieri, meravigliosa nei martiri di oggi, meravigliosa sempre.

La nostra fede indistruttibile! Oh sì, anche il cristiano, proprio perché è fatto di povera creta, anche il cristiano trema, anche il cristiano passa attraverso l’angoscia del Getsemani, anche il cristiano può conoscere la foschia e lo smarrimento, anche il cristiano può imitare il rinnegamento di Pietro, ma il cristiano sa che, nonostante tutto, Cristo Signore trionfa in lui e attraverso di lui.

Dobbiamo parlare di questo trionfo, di questa certezza del trionfo; non dobbiamo avere paura di passare per trionfalisti. Noi lo sappiamo che la nostra vittoria non è una vittoria del mondo, non è una vittoria esteriore, non è una vittoria di potere; non desideriamo il potere, desideriamo il servizio. Il cristiano ripete Gesù Cristo servo e lo segue fin su al Calvario, ma il cristiano sa che quella tomba è vuota, non c’è più: “Non è qui, è risuscitato”. Ecco la suprema certezza!

Ed è in questo ed è proprio per questo che dobbiamo rafforzare la nostra fede, che dobbiamo dare alla nostra fede una profondità grande. Non è tempo più, o c’è mai stato questo tempo? di cristiani mediocri, di cristiani a metà, di cristiani languidi; è tempo di grandi cristiani, di forti cristiani, di magnifici cristiani. Un cristianesimo fatto di formule, un cristianesimo fatto di cerimonia, un cristianesimo fatto così, di alcune osservanze non serve, è inutile. Si richiede un cristianesimo convinto, vivo, operante, una testimonianza continua, meravigliosa di bene.

È questo che ci auguriamo questa notte. Noi che partecipiamo a questa Veglia ci facciamo l’augurio di essere così cristiani, così tesi al bene, così costruttivi. Noi ci facciamo l’augurio di vivere profondamente ciò che è significato in questa notte: il nostro Battesimo.

Ecco perché noi auguriamo alla bambina, che battezzate stanotte e che assurge a segno, a simbolo di quanto viene espresso nella Liturgia, auguriamo di continuare nella sua vita ad essere così, sempre un segno dell’amore di Dio che ci fa suoi figli, sempre un segno dell’amore di Dio che ci fa templi del suo Spirito Santo, sempre un segno della Chiesa santa cui è unita questa notte. Noi auguriamo a questa bambina di realizzare una pienezza, una vita cristiana grande, una vita cristiana forte, una vita cristiana sempre in ascesa, perché di questi cristiani noi abbiamo bisogno, di questi cristiani ha bisogno il mondo in questo spaventoso smarrimento. Noi auguriamo a Francesca di essere così, veramente una manifestazione dell’amore provvidente di Dio. Possa così essere la gioia dei suoi genitori e dei suoi cari e possa così, nella nostra comunità, realizzare una vera, grande presenza di Cristo salvatore.

Auguriamo questo, preghiamo per questo, poniamo l’intercessione della Beata Vergine, perché sia così per lei la Vergine di una resurrezione perenne.

MESSA ORE 8, 30

At 10, 34. 37-43; Col 3, 1-4; Gv 20, 1-9

Molto sentimento deve essere suscitato nel nostro cuore da questa Liturgia di Pasqua, una Liturgia che ci pone con evidenza di fronte al fatto più grande della nostra fede, alla risurrezione di Gesù.

Prima di tutto deve essere un profondo sentimento di gioia: Cristo è risorto, buona Pasqua! Ecco, il senso della grandezza della nostra fede, così sottolineato da questa vittoria che il Signore ha fatto sul peccato e sulla morte, la vera gioia cristiana, profonda, intima, che supera tutte le nostre tristezze, tutte le nostre afflizioni, perché ci fa sentire la provvisorietà di questa nostra vita e come la nostra vita è indirizzata e perciò dev’essere vissuta in ordine al Paradiso.

Rallegriamoci profondamente, perché il dolore è di passaggio, perché la morte è solo una porta; la vera realtà sta oltre a questa vita. E Cristo risorgendo ci assicura di questa vita, ci assicura della nostra resurrezione perché, come dice la Scrittura, “Se è risorto il capo, risorgeranno anche le membra dello stesso corpo”. L’unione tra Cristo e i suoi è così forte, che non vi può essere una destinazione diversa; come Cristo è morto per la remissione dei peccati, così anche noi dobbiamo offrire le nostre tribolazioni e la nostra morte, perché il peccato venga cancellato. Ma così come Cristo Signore ha trionfato, così ogni battezzato trionferà, se ha seguito Cristo nella strada che conduce al Calvario, cioè se ha seguito Cristo nell’esercizio della vita cristiana anche quando costa, anche quando è tribolazione, anche quando le opere buone sono veramente opere di peso, opere che costano.

Quindi, questo primo sentimento lasciamolo regnare perfettamente nell’animo nostro: il Signore è risorto, risorgeremo anche noi, rallegriamoci per quelli che sono i nostri morti, per noi stessi.

Un secondo sentimento, che deve regnare in noi, è allora un’altra gioia, la gioia di appartenere alla Chiesa, perché la Chiesa è nata dal cuore aperto di Cristo sulla croce e, nata dalla morte, trionfa in una vita. La Chiesa, con la resurrezione del Cristo, è veramente in un ordine che trascende tutte le cose di questo mondo, è in un ordine ben più grande. La Chiesa, unita alla resurrezione del Cristo, ne partecipa al trionfo sul peccato e sul male veramente, in pieno, perché la Chiesa è veramente il segno di Dio nel mondo, perché la Chiesa è veramente la nostra vera madre, perché ci porta, perché ci indirizza, perché ci guida. La Chiesa è il nostro conforto, nella Chiesa vi è la resurrezione del Signore, nella Chiesa incontriamo Gesù vivo e operante. E’ la Chiesa che ci dà l’Eucaristia, è la Chiesa che ci indica in Cristo il nostro vero Salvatore, è la Chiesa che unita così a Gesù vince le sue secolari battaglie, per portare nel mondo il conforto della fede, la gioia di essere cristiani. E’ la Chiesa dunque alla quale noi dobbiamo guardare come partecipe della resurrezione di Gesù.

Un terzo sentimento ed è una grande volontà di perseveranza, sapendo che la speranza non confonde, proprio perché la carità di Cristo è stata diffusa in noi; cioè noi sentiamo come forte e grande dev’essere la nostra speranza di vincere le nostre difficoltà spirituali. Le tentazioni, le opere difficili alle volte ci abbattono; dobbiamo sapere superare tutto nella soavissima speranza: Cristo ci dà la forza, Cristo è con noi, Cristo non è un ricordo, Cristo è una realtà viva e continua in mezzo a noi.

Il Signore ci è vicino! Questo ci rallegra fino in fondo, ci dà la sicurezza che nessuna tentazione sarà superiore alle nostre forze. Ecco perché dobbiamo accrescere il sentimento forte della nostra gioia nella speranza, la speranza che nonostante i nostri peccati, che nonostante le nostre ricadute nei peccati, che nonostante viviamo in un mondo pieno di tentazioni e di peccati, noi senza dubbio vinceremo con Gesù e in Gesù, perché lui è con noi, vivo, operante continuamente, come fosse appena risorto. È con noi, perché suoi sono tutti i tempi e per lui non c’è nessuna distanza di secoli.

MESSA ORE 11

L’alleluia Pasquale. “Alleluia” è inno di giubilo, è canto di vittoria, è speranza di immortalità. Cristo è risorto, Cristo la nostra salvezza, morto per noi, ci ha comunicato la vita nella sua resurrezione perciò noi dobbiamo vivere da risorti, tutto il nostro atteggiamento deve essere da uomini risorti, da uomini cioè che non conoscono più lo stagnare nel peccato, l’abbandonarci alle proprie ignominiose passioni, ma che vogliono essere con Cristo lievito buono, generosità nuova, affermazione perenne di fede.

Oggi è il giorno del trionfo della fede, della gloria della fede. Raccogliamo questa gloria della fede nel nostro cuore, sentiamo com’è bello credere, com’è grande credere, come il credere risolve tutti i problemi della vita e, di contrasto, sentiamo com’è triste il non credere, per cui il nostro cuore si allarga a tutti i nostri fratelli.

A tutti noi auguriamo: “Buona Pasqua”, cioè noi auguriamo che, dove la fede è ottenebrata, dove la fede quasi più non si vede, risorga e si affermi, perché la fede è gioia, perché la fede è sicurezza, perché nella fede hanno un senso il nostro lavorare, il nostro soffrire; senza la fede vi è il buio totale.

E vorrei, in questa Pasqua dell’Anno Santo, che noi rimeditassimo i grandi motivi che ci spingono a santificare questo nostro tempo, i grandi motivi per attuare in noi la nostra vera conversione, per attuare con tutti i fratelli la vera riconciliazione. Anno Santo: anno di opere sante, Anno Santo: opera più forte di preghiera, Anno Santo: anno di intesa maggiore di carità più grande, Anno Santo: impegno costante di tutti.

La nostra Pasqua deve essere una nostra profonda comunione spirituale con Gesù, il sentire che Gesù è presente nella sua Chiesa, è operante nella sua Chiesa, è magnifico sempre in quello che fa nella sua Chiesa. E desiderare che questa nostra comunione spirituale venga donata anche agli altri, perché tutti in Cristo sentano la santità del vivere, il perché di questo nostro affannarci, di questo nostro tribolare.

Sostiamo un momento nell’occasione di queste solennità, sostiamo e chiediamoci che senso ha questo nostro tribolare tutti giorni, questo nostro preoccuparci, questo nostro affanno. Chiediamoci perché ci lasciamo troppo prendere dalle cose, troppo prendere dal lavoro, perché non consacriamo abbastanza degli spazi allo spirito, alle esigenze dello spirito, alle esigenze della carità, alle esigenze del dono agli altri, perché troppe volte ci lasciamo soffocare dal nostro egoismo. Le cose soffocano sempre di più, sempre di più! E sembra che non ci sia un altro posto, un altro spazio.

Ecco, la Pasqua ci invita a considerare particolarmente due cose: la prima che Cristo risorto è in mezzo a noi ed è in mezzo a noi non di un’attività piccola, di un’attività grandissima, perché è lui il Signore che agisce, è lui il Signore che muove, è lui il Signore che crea, è lui il Signore che trasforma. Cos’è l’esperienza cristiana? E’ un’esperienza personale con lui. Ecco allora l’esigenza di consacrare a lui la nostra preghiera. Date spazio alla preghiera di ogni giorno, pregate ogni giorno, non ci sia una giornata senza preghiera. Consacrate le vostre attività attraverso la preghiera, date una dignità al vostro lavoro attraverso la preghiera, date uno slancio alla vostra vita di famiglia con la preghiera. Siate veramente anime di preghiera, perché Cristo è vicino a noi, perché Cristo ci tende la mano, perché Cristo è nostro compagno di viaggio.

E una seconda cosa: abbiamo nella Messa la rinnovazione continua della presenza salvifica di Cristo. Cristo è presente nella Messa per salvarci, ripete il suo gesto di amore e di morte, ma ripete ancora il suo gesto di resurrezione. Amiamo la Messa, non perdiamo mai questo tesoro che è la Messa. Voi lo sapete, la Pasqua annuale è venuta dopo la Pasqua settimanale: ogni domenica è Pasqua, in ogni domenica dobbiamo rifare questa nostra esperienza di Cristo morto e risorto.

Ecco, vediamoci nei due discepoli che correvano al sepolcro, correvano insieme tutti e due. Ecco la nostra vita cristiana: correre insieme tutti e due; cioè noi, unendoci ai nostri fratelli, corriamo insieme, perché là è la sicurezza, perché là noi troviamo Cristo e troviamo la nostra vera identità, la nostra vera salvezza.

Poniamoci così in questa Pasqua con uno slancio nuovo. Il cristiano deve essere veramente completo; un cristiano deve essere una nuova, continua, e voi mi capite cosa voglio dire con il termine “continua”, rinnovazione di Cristo. Ogni cristiano deve rappresentare Cristo nella sua vita, nelle sue opere buone, nella sua onestà, nella sua carità, nel suo impegno. Ogni cristiano, perché battezzato e innestato nel Cristo risorto, ecco, deve rinnovare questa sua vita, che è vita di grazia, che è vita di dono, che è vita così meravigliosamente comunitaria. Il cristiano, un altro Cristo per la salvezza del mondo.

CODICE 74DDO01360N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 14/04/1974
OCCASIONE Omelia, Santa Pasqua - Anno C - Messa Notte Battesimo , ore 8. 30, ore 11
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Resurrezione e Battesimo
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