19/04/1987 - Omelia Pasqua Mezzanotte e ore 11

Sant’Ilario d’Enza, 19/04/1987
Omelia, Pasqua, Veglia Pasquale e Messa del Giorno – Anno A

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Veglia Pasquale

Gn 1,1-2, 2; Gn 22,1-18; Es 14,15-15 1; Is 54,5-14; Is 55,1-11; Bar 3,9-15. 32-4, 4; Ez 36, 16-28; Rm 6, 3-11; Mt 28, 1-10.

Un’esplosione di gioia perché è stata preparata da un’esplosione di amore. Il Signore, per amore nostro, ha distrutto il peccato, ci ha fatto morire con Lui e il Signore, per nostro amore, ci dona la vita, ci dona la forza e l’incanto della vita. Oh sì, la Resurrezione di Cristo è un fatto non di ieri, è un fatto del sempre! Gesù risorge nella sua meravigliosa potenza di Figlio di Dio, di Salvatore dell’uomo.

Sentiamo il bisogno di corrispondere a questa vita e auguriamoci l’un 1’altro di essere fedeli, perché il Signore ci ha dato tutto. Sta a noi cogliere fino in fondo questo dono, sta a noi compiere una corrispondenza totale e serena. Noi sappiamo che è qui la speranza, è qui il fondamento e il significato della vita nuova di oggi, che prepara la vita nuova di domani. Il mondo è nell’odio, il mondo è nella passione, il mondo impazzisce proprio perché ha rifiutato il Signore e cerca di dimenticare, cerca di addormentarsi, cerca di immergersi, come in un narcotico, in cose che assorbono. Ha forza il narcotico dell’idolatria della carne, ha il narcotico il lavoro inteso come fine unicamente di guadagno, di denaro: il narcotico di vedere delle cose che servono solo ad entrare nel vuoto e anche quelle che sono di per sé buone, come lo sport, vengono innalzate a valori come fossero degli idoli. Il mondo impazzisce, è nell’egoismo, nell’egoismo sfrenato perché lasciano morire popoli interi nella fame; lasciano soffrire i bimbi, uccidono senza pietà e, dall’altra parte, si annoiano in mezzo alla forma più ostentata di benessere.

Dobbiamo cogliere il messaggio della Pasqua che è il messaggio di grazia, di redenzione, di forza. Noi abbiamo bisogno di accogliere Cristo Risorto e di vivere con Lui e di vivere per Lui. Dobbiamo accogliere Gesù Risorto e imparare da Lui a vincere noi stessi, a vincere le nostre passioni, le nostre esplosioni di concupiscenza. Dobbiamo imparare da Lui a volerci bene, ad aiutare chi ha più bisogno. Abbiamo bisogno così di capire che è solo in Gesù la nostra pace, solo in Lui, sempre in Lui. Il profeta l’aveva detto: “Egli sarà la pace” (Mi 5,4). E Gesù, la prima parola che dirà ai suoi Apostoli sarà proprio questa: “La pace sia con voi” (cfr Gv 20,19).

Accogliamola la sua pace; viviamo bene, viviamo secondo i comandamenti di Dio, viviamo nel rispetto vicendevole, viviamo cercando e sforzandoci di seminare per l’eternità. Non siamo così ciechi da non vedere che quello che vale, vale in quanto è eterno; tutto il resto passa, tutto il resto tramonta. Conta quello che facciamo per Iddio, conta quello che realizziamo di vero e completo bene di Dio; il bene non dell’uomo, il bene non delle cose che passano, il bene di Dio è quello che resta per l’eternità.

Messa del Giorno

At 10, 34. 37-43; Col 3, 1-4; Gv 20, 1-9.

È veramente risorto. È un fatto storico a fondamento della nostra fede, della nostra gioia, della nostra speranza. È veramente risorto! Cos’hanno fatto gli Apostoli? Qual è stata la loro missione? Andare per tutto il mondo secondo il suo comando e annunciare questa risurrezione e annunciare questa attesa, questa soavissima e fortissima speranza. È proprio la festa di oggi la grande festa, è la grande festa di noi tutti che crediamo, la grande festa della Chiesa e la festa di chi sa che non sono sentimentalismi, che non sono forme di vaga religione, ma che Cristo Risorto ha dimostrato la sua divinità, la necessità di accogliere la sua parola: veramente Gesù è il Figlio di Dio, è l’ambasciatore del Padre, è quello che ci porta al Padre. La nostra gioia dev’essere una gioia piena.

Credere ed essere, con la nostra vita e con le nostre parole, testimoni di questa risurrezione. Dobbiamo essere veri testimoni, perché un cristiano dev’essere convinto di ciò che professa, deve essere convinto di quello che fa, deve essere convinto di quello che ha posto a fondamento della sua vita. Non è un testimone un cristiano sonnacchioso, un cristiano disperso, un cristiano egoista, un cristiano che mette prima i soldi poi il resto, il cristiano che mette prima se stesso nelle sue sregolate passioni.

Dobbiamo essere testimoni di Cristo nella nostra vita personale, nella nostra vita di famiglia, nella nostra vita di società. Dobbiamo essere testimoni, cioè coloro che dimostrano la verità della nostra fede proprio così, mostrando che non è una cosa che passa, è una cosa che resta, la fede in Cristo Risorto è la roccia sulla quale costruire tutta la vita. Oh, veramente dobbiamo essere entusiasti!

Veramente ci dobbiamo scambiare gli auguri, ma di cuore: gli auguri di vivere di Lui, di agire in suo nome, di avere una speranza che gli altri non hanno, di avere un amore che gli altri non possiedono, di avere una logica che gli altri non possono avere. Gli altri, quelli che non credono, pensano che la vita venga dal nulla e che la vita finisca nel nulla. Noi ci ribelliamo a questa idea, ci ribelliamo perché non è vera, perché è falsa, perché è nichilista, è il niente che si mette nella vita e nel perché della vita, e nei sacrifici della vita, e nei sacrifici per la propria famiglia, e nei sacrifici per il bene di tutti.

Noi sappiamo: Cristo è risorto e allora questa scienza, questa conoscenza ci muove, ci dà il vero tono, ci dà il vero perché di tutto: il perché della preghiera, del dovere, della famiglia, della fraternità universale, perché non ci dobbiamo smarrire. Troppi hanno abusato del nome di cristiani e nella pratica non lo sono stati. Noi facciamo il proposito di essere dei cristiani così convinti, così logici da tradurre ogni giorno la Parola del Signore e ritenere la sua Parola la Verità, la Verità sulla quale dolcemente, fortemente ci possiamo abbandonare.

Dice la Sequenza che abbiamo recitato: “Raccontaci Maria, che hai visto sulla via?”. Cos’abbiamo visto nella via? Abbiamo visto Cristo, abbiamo creduto in Cristo, amiamo Cristo, Lo vogliamo sempre più amare; vogliamo, con l’intercessione della Beata Vergine, realizzare una vera e forte sequenza di cose cristiane, una vera e propria sequenza. che viene da questa Sequenza del giorno di Pasqua: una sequenza forte, bella, generosa in ogni occasione.

CODICE 87DIO01360N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 19/04/1987
OCCASIONE Omelia, Pasqua, Veglia Pasquale e Messa del Giorno – Anno A
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La Resurrezione fondamento e significato di vita nuova oggi Testimoniare la Resurrezione
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