26/03/1978 - Omelia Pasqua ore 11

Sant'Ilario d'Enza, 26/03/1978
Omelia, Domenica di Pasqua - Ore 11

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At 10, 34.37-43; Col 3, 1-4; Gv 20, 1-9

Il sepolcro vuoto è il sepolcro che dà la speranza, è il sepolcro che dà la certezza, è il sepolcro ed è la parola dell’angelo: “Resurrexit”, “E’ risorto, non è qui”.

Il mistero di Cristo risorto è il mistero centrale della nostra fede, è il mistero della nostra gloria, è il mistero della nostra pace e del nostro gaudio. Il Signore è risorto! Allora il male, che sembrava totalmente vittorioso, invece è totalmente sconfitto, è sconfitto il peccato, è sconfitto il dolore, è sconfitta la morte. E quelli che sono in Cristo non devono più temere, la loro vita non ha più delle oscurità, perché Cristo è risorto e ci ha uniti a sé, come a sé ci aveva uniti nella morte in croce. Cristo Signore è risorto anche per ognuno di noi, perciò ognuno di noi in Cristo ha vinto il peccato, ha vinto il dolore, ha vinto la morte.

Noi troppe volte ci sgomentiamo di fronte agli enigmi della vita, alle interrogazioni, agli interrogativi, agli interrogativi della sofferenza, agli interrogativi della giustizia, agli interrogativi della morte. Perché soffrire? Perché tante ingiustizie in questo mondo? Perché la morte? E la parola viene da Cristo, viene da lui e ci ripete: “Mi avete visto sulla croce? Mi avete visto ridotto così, come non fossi neanche più un uomo” I nemici ghignavano e beffeggiavano sotto la croce. Un momento, un tempo breve e poi la risurrezione. Così è per noi. Dice il Signore: così è per voi, anche voi avete il vostro momento, il momento nel quale trionfa l’iniquità, il momento nel quale sembra trionfare l’ingiustizia. Il momento del dolore è una chiusura della vita così, in mezzo alle sofferenze, così, quando meno ci si aspetta. Ma è un momento, un momento solo. Poi si apre lo scenario della gloria e della risurrezione completa, uno scenario meraviglioso e grande che l’amore di Dio ha preparato, che l’amore di Dio ci dona continuamente, continuamente, perché la sua presenza nella Chiesa ne è totale testimonianza. Lui è vivo, è presente nella Chiesa e la Chiesa soffre con Cristo e ogni cristiano soffre con Cristo. Ma la Chiesa ha già la potenza in se stessa della risurrezione, perché ha la promessa, perchè ha le premesse, perché ha già, indubbiamente, il segno che lui agisce.

Il Signore Gesù è diventato un (?) e giustamente ripetiamo: Cristo vince, Cristo regna, Cristo impera. E tutto questo che di scandalo vi è al mondo lui lo prenderà via, e tutto ciò che è di umiliazione e di dolore lui lo supererà.

La nostra fede deve crescere, deve crescere in un ritmo vertiginoso, deve crescere sempre di più, perché abbiamo la grande cosa e la grande speranza. Noi cristiani siamo i più ricchi di speranza, siamo i soli che hanno speranza. Chi non crede, che cosa aspetta dalla vita? Che cosa aspetta dal dopo la vita? Noi aspettiamo tutto e siamo gioiosi, gioiosi, ma non ingenui, perché la Chiesa, se partecipa alle sofferenze di Cristo, partecipa non passivamente, partecipa attivamente. La Chiesa è in movimento, un forte vigore dinamico la scuote fin dalle fondamenta. La Chiesa, anche nei nostri tempi, ha vissuto la grandezza del Concilio Vaticano II, che si prolunga ancora nel tempo

Ecco, noi abbiamo avuto una grande grazia nella Chiesa di Dio, che è in Sant’Ilario, con la consacrazione di sette diaconi. Diaconi vuol dire ministri. Il diacono riceve il sacramento dell’ordine, per essere meravigliosamente nella atmosfera dell’attività della Chiesa. Il diacono perciò è una grande grazia: la Chiesa diventa più forte, la Chiesa diventa più ricca di energia, la Chiesa è più pronta all’evangelizzazione.

Ecco allora che dobbiamo saper usare bene questa grazia. I diaconi, scelti tra gli sposati, consacrano però la loro vita al bene. Hanno ricevuto l’imposizione delle mani del Vescovo, perciò eserciteranno nella Parrocchia il loro ministero, affiancandosi ai sacerdoti.

Accogliamo con riconoscenza questo dono e impegniamoci ad essere forti, nel proseguire sempre nel nostro cammino di Chiesa, nel nostro cammino di fede, nel nostro cammino di evangelizzazione, perché la Chiesa di Dio, che è in

Sant’ Ilario, vuole essere sempre pronta all’azione dello Spirito Santo, vuole essere sempre pronta a soffrire e ad agire in nome suo, per nessun interesse umano, ma solo per il bene delle anime, per il bene dei bambini, per il bene dei giovani, per il bene degli ammalati, per il bene di ogni anima, che può trovare in Cristo la sua salvezza.

Ecco, la Pasqua di quest’anno è una grande Pasqua, nei secoli passati non abbiamo avuto nessuna Pasqua simile. È una Pasqua grande per questo dono che il Signore ci ha dato, per questo sviluppo di bene che può (?)

CODICE 78CRO01360N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 26/03/1978
OCCASIONE Omelia, Domenica di Pasqua - Ore 11
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione (audio poco chiaro)
ARGOMENTI Resurrezione
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