15/04/1979 - Omelia Pasqua ore 11

Sant'Ilario d'Enza, 15/04/1979
Omelia, Domenica di Pasqua - Ore 11

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At 10, 34. 37-43; Col 3, 1-4; Gv 20, 1-9

“Correvano insieme tutti e due” (Gv 20,4). È un fatto e nello stesso tempo è un simbolo. Pietro e Giovanni, all’annuncio della resurrezione, si sono messi a correre. Sono corsi, per essere investiti dalla luce del risorto. È un simbolo. Ogni uomo deve porsi con uno spirito di grande fede, per ricevere la luce che promana da Cristo Signore. Deve spiritualmente correre, perché i grandi fatti di fede possono trovare in noi diversi atteggiamenti. C’è un atteggiamento superficiale che si ferma all’esteriorità, c’è invece la riflessione profonda che occupa tutta l’anima e porta tutta la vita a Cristo. Io voglio augurarvi questo atteggiamento, un atteggiamento di grande, umile fede, un atteggiamento di grande attesa, un atteggiamento di grande carità, perché Cristo è risorto, ha salvato l’umanità, Cristo è in mezzo a noi, Cristo rinnova la grazia della sua risurrezione per tutte le anime, che sanno accoglierlo. Molte volte l’augurio di buona Pasqua non è inteso nella fede, è semplicemente una consuetudine che non produce gioia, non produce un aumento della carità, dell’amore che noi dobbiamo alimentare verso di lui e verso il nostro prossimo, perché la risurrezione non è solo gaudio, è responsabilità. Cristo non è apparso ai suoi nemici, non è andato nel tempio di Gerusalemme e si è fatto vedere ai sacerdoti e ai farisei, che l’avevano crocefisso. Non l’ha fatto e lo poteva fare! È legittimo chiedersi perché. Non l’ha fatto, perché i suoi nemici si erano posti fuori dalla grazia, i suoi nemici si erano posti fuori dalla salvezza. La grazia della risurrezione è la grazia di riconoscerlo risorto, è la grazia della salvezza e il Signore l’ha data ai suoi, l’ha data a tutti coloro che riconoscevano in lui il principio vero dell’umanità nuova. Cristo appare a noi nella fede secondo le nostre disposizioni. Appare a noi nella fede e vuole da ognuno di noi una disposizione e una risposta. Vuole una risposta. E che risposta gli daremo oggi? Quale sarà la parola che gli indirizziamo? La sua parola risuona alta: “La pace sia con voi”….

Noi riconosciamo in Cristo risorto quello che dobbiamo riconoscere? Cerchiamo di vivere la nostra vita secondo i suoi Comandamenti o la nostra vita non è Sua? Gli apparteniamo o Lui non ci riconosce, perchè parte della nostra vita è umana e deteriore, egoistica, orgogliosa, consumistica, affondata in cose materiali?

La Parola di Cristo ci esorta; la Parola di Cristo ci preme e ci afferra.

La nostra risposta è consegnare a Lui la nostra vita e le nostre speranze, rendere la nostra vita autenticamente cristiana e fervida, rendere la nostra esistenza conforme al Suo esempio. Cristo ci dà l'esempio perché, come Lui, così facciamo anche noi.

Presentiamo le nostre azioni nella Chiesa perchè non possiamo essere cristiani mediocri, che tirano via, che non realizzano, che non danno il buon esempio, non si fanno sentire, non danno testimonianza a Cristo Risorto. La nostra risposta è dare testimonianza.

Gli altri capiscono che Cristo è risorto dal nostro modo di agire e di parlare; devono capire da noi che Cristo è vicino, risorto, vivente, che Cristo ci dà il coraggio che non abbiamo e il senso della vita.

Resti il nostro augurio di essere veri, autentici, primi testimoni della Sua meravigliosa resurrezione.

CODICE 79DEO01360N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 15/04/1979
OCCASIONE Omelia, Domenica di Pasqua - Ore 11
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Pasqua
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